martedì 29 aprile 2014

CONOSCIAMO I CANDIDATI DI RIFONDAZIONE COMUNISTA PIOMBINO



Mi chiamo Chiara Dini, ho 36 anni ed abito da sempre a Piombino. Mi sono laureata nel 2004 all'Università di Pisa in Economia e Commercio e attualmente sono impiegata in uno studio
commerciale. Ho deciso di candidarmi per la prima volta a questa tornata elettorale come indipendente nella lista di Rifondazione Comunista perchè vorrei poter davvero aiutare a cambiare il destino e le sorti della mia città da troppo tempo ammaliata dalle false sirene di un partito che di sinistra non ha più niente, di centro poco e che si confonde facilmente con una destra sempre più spietatamente capitalista.. E a chi pensa che ancora "mangiamo bambini" dico solo: "State tranquilli che sto cercando di diventare vegetariana".


Mei Mirco nato a PIOMBINO IL 24/10/1964  ,sposato dal1986 e ho una figlia di 27anni .Sono dipendente COOP dal 1987.Iscritto prima al P.C.I. e dal 2009 a RIFONDAZIONE COMUNISTA. Sono fermamente convinto della necessità di una forte presenza comunista nella società attuale per fare in modo che al centro di tutto non ci siano il profitto e la supremazia di pochi, ma il lavoro e pari opportunità per tutti a prescindere da sesso,religione o razza.

Sono Valentina Meini , nata a Piombino il 14/02/1972. mi sono diplomata all 'IPC Checcherelli nel 1992. Dopo aver girovagato un pò per l'Italia per lavoro sono tornata a "casa". Al mio rientro ho trovato la mia città in condizioni tali che non ho potuto fare a meno di pensare che la ripresa di Piombino dipenda anche da me.

Maurizio Cerboneschi “Sandino” Comunista internazionalista, metalmeccanico Arcelor Mittal
in mobilità, nel 1985 è stato fondatore dell’associazione amicizia Italia Nicaragua, nel 1986 con altri da vita al centro solidarietà internazionalista Piombino legato a quello di Follonica nato nel 1984 (oggi chiamato CSIAM), nel 1989 con compagni di Piombino e colline metallifere da vita al Centro di documentazione Multimediale LEV TOLSTOJ di cui diventa Presidente, nel 1993 a Venturina con Giorgio Leoncini, Aldo Montalti, Alessandro Massai da vita all’associazione amicizia Italia Cuba alta Maremma - alta Val di Cecina, che  diventerà uno dei c.li più attivi di Italia, tanto da essere invitati dallo stesso Fidel Castro in visita dal Papa nel 1996,… Oggi è membro del direttivo di rifondazione comunista di Piombino e di recente con altre persone del territorio ha dato vita al C.lo Bolivariano alta Maremma intestato ad “Alessio Martelli” circolo riconosciuto dalle autorità governative del Venezuela……è membro del gruppo amici di Cuba “Italo Calvino” che ha sede in Piombino.

Abdellah Berriria nato a Marrakech (Marocco) il 03/11/1962,vive a Piombino dal 1990, dal 2007 fa parte dei comitati comunali soci coop di Piombino, Riotorto ad oggi è sindaco revisore associazione Toffolutti .
Presidente associazione Atlas nata a Venturina nel 1991 per difendere i diritti dei Marocchini Presidente della associazione Marocchina Assalam Piombino e Val di Cornia fondata nel 2001 Tutor eletto associazione interculturale Samarcanda nel 2000 fino 2011 presidente della Consulta dei cittadini stranieri e apolidi nel Comune di Piombino istituita per la prima volta a Piombino nel 2007 e quindi consigliere straniero aggiunto nel consiglio comunale di Piombino con diritto di parola e senza il diritto di voto. Componente della attuale consulta. Consigliere comitato festeggiamenti di Piombino per un anno, volontario del progetto AUSILIO.

Rosaria Vitiello, 35 anni. Nel 1999 diplomata all' ITC "Einaudi" di Piombino, indirizzo amministrativo e successivamente laureata alla laurea triennale di scienze politiche, indirizzo scienze sociali, alla fine del 2004 continua gli studi iscrivendosi alla laurea specialistica "Storia e civiltà". La tesi di laurea era sul Movimento femminista nella Repubblica Federale Tedesca anni 68-90. Ha terminato gli studi nel 2009. Attualmente svolge il servizio civile a Piombino.
Continua.....




sabato 26 aprile 2014

FABIO AMATO: “CON TSIPRAS PER LA GIUSTIZIA SOCIALE IN EUROPA”




Quarantadue anni, due più di Alexis. Impiegato metalmeccanico a tempo determinato in una piccola fabbrica in Umbria, due figli con un moglie palestinese conosciuta quando una delegazione dell’Olp prese parte a uno dei congressi di Rifondazione. Alexis è Tsipras, il leader di Syriza, candidato alla presidenza della Commissione europea dal partito della Sinistra europea (Se). L’altro è Fabio Amato, candidato per la lista italiana che appoggia Tsipras, l’Altra Europa, e coordinatore della campagna europea di Se. Con Alexis si conoscono da quando avevano poco più di vent’anni. La fine del secolo scorso. Ricorda Amato che Alexis era tra i giovani espulsi dal Kke, il partico comunista ellenico, che avevano dato vita a una coalizione di partiti e movimenti che potremmo definire “rosso-verde”, il Synaspismos, che poi sarebbe divenuta l’anima di Syriza, la coalizione della sinistra radicale che ora nei sondaggi vola al 30%. Ma allora la sinistra del Synaspismos era in cerca di legami europei con altri giovani comunisti. Era il ’99, lo spirito di Seattle aveva preso a soffiare anche da noi. Fabio e Alexis si conoscono in un campeggio politico su una delle isolette dell’Egeo.Venne la stagione di Genova e l’onda lunga dei social forum con una ripresa della critica radicale al capitalismo. Fabio, nel 2002, sarà con Tsipras e i giovani del Synaspismos a Salonicco, nelle contestazioni di massa di un vertice dell’Unione europea. Tsipras e la minoranza di sinistra, intanto, hanno fatto breccia nel cuore del loro partito che, nel 2006, sarà uno dei promotori del forum sociale europeo ad Atene, una cittadella altermondialista che abitò nel vecchio aeroporto dismesso di Glyfada per sfilare, l’ultimo giorno, nel centro di Atene nello stesso scenario in cui crescerà Syriza nella morsa della crisi prodotta dai memorandum della Bce.Tutto questo racconta Fabio Amato che, nel frattempo, dall’esecutivo dei Giovani comunisti è passato al dipartimento esteri del Prc di cui, nel 2006, diverrà responsabile. Tra Genova 2001 e il Fse, intanto, era stata tessuta un’altra rete anche grazie al lavoro di Alexis e Amato. E’ il partito della Sinistra Europea che ebbe bisogno di un lavoro “underground” di contatti e relazioni, molti incontri si tennero proprio ad Atene, fino ad arrivare nel 2004, in un auditorium romano, al congresso di fondazione. Non a caso fu proprio Fabio Amato a proclamare l’inizio dei lavori dei 300 delegati di undici partiti. Era il tempo in cui Rifondazione comunista aveva la forza di trainare un percorso del genere vivendo un rapporto di assoluta internità a quel processo mondiale che fu chiamato movimento dei movimenti.Dieci anni dopo, Sinistra europea è cresciuta dentro uno spazio di critica radicale alla socialdemocrazia europea, spiega Fabio Amato subito dopo l’ufficializzazione delle liste per le europee. Proprio dal Prc, nel giugno scorso, arrivò la proposta di candidare il giovane segretario di Syriza e di costruire attorno a questo l’alternativa a pratiche politiche fortemente compromesse con i processi del liberismo. Il battesimo del fuoco di Se fu proprio nel 2004 contro un Trattato costituzionale che consegnava ogni margine di azione politica alla Bce e alla Troika secondo l’idea che il mercato venga prima e sopra la politica. Ci fu un referendum in Francia e vinse il No. Dieci anni dopo, dunque, Syriza è cresciuta nel conflitto sociale contro gli effetti dei Memorandum; il Front de Gauche di Melanchon ha risultati a due cifre grazie all’internità alle lotte contro Sarkozy e la controriforma delle pensioni; Izquierda Unida, in Spagna, è cresciuta in sintonia con gli indignados e le “maree”, così vengono chiamate le masse che stanno dando vita a imponenti scioperi contro l’austerità. In Italia, continua Fabio Amato, è mancato un soggetto politico come in quei paesi ma è mancato anche il conflitto sociale. Le centrali sindacali, altrove, per quanto moderate non sono mai subalterne come in Italia.Il partito della Sinistra europea ha un legame permanente con il Foro di San Paolo, ossia con il luogo, voluto da Lula, che mette intorno a uno stesso tavolo la sinistra latinoamericana, dal Pt alle formazioni semiguerrigliere fino ai partiti che danno vita ai governi del socialismo del XXI secolo. E a Palermo c’è il forum permanente con la sinistra dell’area del Mediterraneo. Insomma, quella relazione funziona. I partiti sono diventati 30 e ora si va alla prova delle europee nel contesto particolare della lista italiana, quella nata dall’incrocio tutt’altro che lineare tra la proposta di Se e l’ipoteca dei sei garanti. Amato non si nasconde dietro un dito. Certo che gli sarebbe piaciuto un percorso più partecipato e anche un riferimento, nel nome, alla sinistra. Ma quella di Tsipras è una candidatura antagonista a quella di Schultz e alla grande coalizione delle banche e dei partiti socialisti, popolari e liberali. C’è la possibilità di cambiare i rapporti di forza in Europa.Consapevole dei limiti dell’operazione, lui vivrà la sua candidatura con questo spirito, come un contributo alla battaglia contro l’Europa della Troika e dell’austerità. La crisi è destinata a durare.E Syriza italiana? E’ un percorso da fare ma l’affermazione della lista ne è un passaggio fondamentale. D’altronde qualche contraddizione ce l’avrà anche chi, come Sel, ha deciso di sostenere il candidato del Prc alla presidenza della Commissione europea. Sarà una campagna elettorale che Amato si ripropone di vivere ascoltando il più possibile e prendendo parte al conflitto. Tra le chiacchiere sull’antipolitica e la marcia a tappe forzate per la “riforma” elettorale – conclude – c’è un tema sparito dall’agenda politica, quello della giustizia sociale. Questo sarà il suo contributo alla campagna per l’Altra Europa.”
di Checchino Antonini, Liberazione, 6 marzo 2014

venerdì 25 aprile 2014

PROGRAMMA SINTETICO ELEZIONI 2014 PARTITO RIFONDAZIONE COMUNISTA




UN NUOVO INIZIO

Siamo di fronte a una crisi globale che colpisce Piombino più che altrove. La crisi di Piombino è la rinuncia ad una diversificazione economica di qualità, con una politica che negli ultimi anni ha depotenziato i progetti migliori (vedi i parchi, lo sviluppo rurale, i beni culturali, la piccola impresa, la nautica, la formazione e l’educazione ambientale), rinunciando al risanamento ambientale, smantellando la formazione di capitale umano, consumando risorse indispensabili e abbassando i livelli di partecipazione. Piombino è oggi una città seduta ad aspettare inutilmente che i ripetuti annunci si tramutino in fatti concreti. Sarà un’attesa vana se non ci sarà un vero e profondo cambiamento nel modo di governare la città.
Per questo c’è bisogno di un nuovo inizio.

ENTI LOCALI CONTRO LA CRISI
Abbiamo più volte constatato negli ultimi mesi come la portata della crisi economica abbia determinato un arretramento senza precedenti nella storia rispetto alle conquiste date fin qui per scontate, un arretramento violento che, in poche settimane, ha riportato il mondo, l’Europa e l’Italia, a prendere atto di licenziamenti di massa, della precarizzazione dell’esistenza dei cittadini e dell’esclusione di ogni diritto: aumento vertiginoso della cassa integrazione e della disoccupazione, endemicità del precariato e crescita della povertà in fasce sempre più diffuse della popolazione.
E’ perciò fondamentale che nelle piattaforme programmatiche per il governo dei Comuni ci siano punti  chiari:
1-    Creare d’intesa tra Comuni e Regioni, fondi di solidarietà per i lavoratori in cassa integrazione.
2-    Diminuire le tariffe dei servizi (asili nido - refezione etc) e previsione di una fascia di esenzione, o del suo ampliamento, per le famiglie monoreddito dei lavoratori con un reddito netto inferiore ad €.15.000 l’anno.
3-    SOSPENSIONE delle RATE dei MUTUI per la prima casa e per le piccole attività commerciali e artigiane, attraverso convenzioni con gli istituti di credito.
4-    Difesa del potere d’acquisto delle famiglie, favorendo l’iniziativa dei GAS (Gruppi d’acquisto solidali) e dei GAP (Gruppi di acquisto popolare), favorendo i mercati su aree pubbliche, concordando con i produttori iniziative promozionali di vendita diretta, anche promuovendo accordi con la grande distribuzione.
5-      Esenzione dai pagamenti per i servizi pubblici locali per i giovani disoccupati, precari o comunque provenienti da famiglie a basso reddito.
6-      Verifiche fiscali per evitare che chi più evade, e quindi meno contribuisce al  mantenimento di quei servizi, sia favorito nell’accesso agli stessi.

ISTITUZIONI, PARTITI, SOCIETA’, CITTADINI
Occorre nel governo del Comune di Piombino una svolta radicale nel senso della ricchezza della partecipazione, della trasparenza, del rispetto dei cittadini.
  • Riequilibrare il potere del Sindaco, in maniera tale che il Consiglio Comunale possa indirizzare, controllare e  valutare le decisioni fondamentali,
  • Dotare i gruppi consiliari delle strutture e dei mezzi necessari per svolgere le loro funzioni in piena consapevolezza ed autonomia,
  • Modificare lo Statuto del Comune in maniera tale che l’uso del referendum consultivo sia più agevole,
  • Nominare gli amministratori delle aziende partecipate attraverso  procedure pubbliche nelle quali siano esplicitati i criteri di scelta tra i quali quello primario della competenza,
  • Approvare contestualmente al Bilancio Comunale tutti i bilanci della aziende partecipate,
  • Affidare incarichi e consulenze in casi assolutamente eccezionali.

EDUCAZIONE, ISTRUZIONE, FORMAZIONE
L’investimento nel capitale umano, nell’intelligenza delle persone, nella loro capacità di sapere e saper fare è la leva fondamentale per la partecipazione sociale, per la qualità dello sviluppo per la vita dei singoli cittadini.
Il Comune operare per garantire:
  • Partecipazione degli adulti all'istruzione e alla formazione permanenti in misura pari al 15% degli adulti dai 25 ai 64 anni;
  • Percentuale media degli abbandoni scolastici prematuri non superiore al 10%;
  • Quota di adulti (da 30 a 34 anni) con un livello di studi elevato (diplomati scuola media superiore) pari almeno del 45%;
  • Media dei giovani di 15 anni insufficienti nelle competenze di base (lettura, matematica e scienze) dovrebbe essere inferiore al 15%, con una particolare attenzione dedicata alla lotta contro gli squilibri tra i sessi..

SANITÀ.
Guardia ginecologica e pediatrica 24 ore su 24; stabilizzazione delle situazioni di precarietà nei reparti, riduzione dei tempi di prenotazione e risposta per vari esami; pediatria e laboratorio analisi tornino ad essere Unità Operative e non sezioni distaccate.
La particolare collocazione geografica dell’ospedale di Piombino, lontano dai centri di Pisa e Livorno da una parte e da Grosseto dall’altra, reclama un ruolo dello stesso sempre più qualificato ed organizzato.
La priorità assoluta è il potenziamento sul territorio di una qualificata rete per le cure primarie, in primis potenziando i supporti logistico-sanitari della ASL nei confronti delle esperienze di aggregazione in gruppi dei medici di base, verso l’istituzione delle “unità di cure primarie”. Ciò significa anche potenziare i segmenti extraospedalieri dei percorsi assistenziali ed il loro efficace coordinamento con le attività ospedaliere, in modo da “avvicinare” la risposta sanitaria agli utenti, ridurre la domanda impropria verso il nosocomio e qualificarne le prestazioni nei casi che  appropriatamente richiedono il ricovero.
In questa ottica vanno potenziate (in risorse materiali, professionali e regolamentari) le varie forme di assistenza domiciliare, di attività specialistica extraospedaliera ed in generale dei servizi territoriali, anche attraverso l’elaborazione di specifici standards di efficienza-efficacia oggi aleatori.
Strutture sanitarie territoriali  forti sono la necessaria ed ineludibile premessa per l’innovazione organizzativa dell’ospedale e per la sua qualificazione, necessaria se si tiene conto delle distanze dai poli di Livorno-Pisa e di Grosseto. Anche la questione di un eventuale nuovo presidio ospedaliero non può essere affrontata (sia dal punto di vista finanziario che strutturale e organizzativo) se prioritariamente non si avvia, in maniera risoluta, il potenziamento della assistenza di base; altrimenti il cospicuo investimento necessario alla costruzione di un nuovo ospedale assumerebbe il sapore di una operazione speculativa e propagandistica: una cattedrale nel deserto, di incerto futuro, fardello finanziario sulle spalle di chi ha bisogno di assitenza sanitaria razionale e pianificata. Comunque una collocazione territoriale diversa dalla attuale richiede un quadro certo di accordi su scala regionale ed interprovinciale, un accurato studio sulla domanda e sui flussi ospedalieri, chiarezza di indirizzi programmatici ed una larga consultazione dei cittadini.
Vi sono inoltre delle emergenze che vanno affrontate rapidamente invertendo le linee di tendenza: la piaga delle liste di attesa, le situazioni di precarietà del personale sanitario ed ausiliario, il progressivo strisciante depotenziamento delle strutture ospedaliere al di fuori di ogni quadro di programmazione in funzione della effettiva domanda.

SOCIALE. UNA NUOVA POLITICA ABITATIVA
E’ in questo contesto che deve essere programmata una nuova stagione per l’affermazione del diritto alla casa ed il rilancio dell’edilizia residenziale pubblica.
In particolare le nostre proposte sul tema riguardano:
- abolizione del canale libero dei canoni per le abitazioni, e rafforzare la trattativa sindacale territoriale per il canone concordato;
- obbligo all’affitto a canone sociale e sostenibile per gli alloggi delle grandi proprietà pubbliche;
- certezza del diritto al sostegno all’affitto, anche attraverso finanziamenti regionali e comunali per sostenere le famiglie che hanno difficoltà;
- finanziamento (almeno l'1% della fiscalità generale stato, regioni, enti locali) per la politica sociale della casa;
- bloccare tutti i progetti di dismissione del patrimonio statale ed ERP, e recupero del patrimonio inutilizzato;
- prevedere interventi per la difesa e l’incremento della residenza nei centri storici, contrastando i fenomeni d’espulsione speculativa;
Occorre inoltre assumere impegni immediati tra l’emergenza e la programmazione abitativa:
- Iniziative umanitarie per offrire una sistemazione ai senza tetto.
- Estendere la tutela verso le famiglie colpite da sfratto per morosità incolpevole.


ASSETTO DEL TERRITORIO
Le decisioni adottate negli ultimi anni hanno incrinato fortemente la credibilità del Comune in materia di pianificazione del territorio.
Già durante il precedente mandato v’erano state scelte errate, che prendevano le mosse dallo stravolgimento del Piano Strutturale, con il dimezzamento delle aree industriali da restituire alla città. L’ultima amministrazione ha proseguito sulla stessa falsa riga, senza perseguire con fermezza la riqualificazione del territorio avendo come obiettivo il miglioramento della qualità della vita dei cittadini che risiedono più vicino alla fabbrica.
Occorre ripristinare il principio dell’interesse pubblico nella pianificazione urbanistica ripristinando un rapporto tra pubblico e privato nel quale le decisioni pubbliche non siano una sequenza di interessi privati incoerenti.
Ciò vale anche per il porto ed il suo sviluppo che deve essere commisurato  a una realistica previsione, al recepimento dei finanziamenti, allo spostamento dei carbonili, il tutto con la possibilità di rendere funzionali  banchine e aree retrostanti.


AMBIENTE
L’obiettivo prioritario è la bonifica del territorio all’interno dell’area industriale. Risanare le arre oggetto di discariche abusive prodotte da scarto delle produzioni siderurgiche, spostamento e nuova cokeria commisurata solo alle esigenze  dell’azienda, spostamento dei parchi minerali e di carbone in nuovi impianti interrati e protetti, liberazione di parti del territorio non utilizzati dall’industria per iniziative i “protezione ambientale”, attività di produzione di energia rinnovabile, per nuove attività produttive non inquinanti. L’obiettivo è la drastica diminuzione dell’inquinamento nella città e sul territorio.
Ciò è possibile solo mediante un deciso intervento dello Stato nella gestione della fabbrica. In mancanza, ci sarebbero delle speranze solo in caso di acquisto da parte di un solo imprenditore dell’industria ora in amministrazione straordinaria. Di sicuro sarà molto più difficile perseguire tutele ambientali in caso di spezzettamento della fabbrica.
Occorre mettere in atto, anche attraverso incentivi, l’installazione dei pannelli solari per le abitazioni, l’obbligo per le nuove costruzioni di esse con la predisposizione di soluzioni per il risparmio energetico.
Trasformazione a metano della centrale ENEL di Torre del Sale. No a centrali a Biomasse con filiera lunga.
Protezione e risanamento della costa e degli arenili soggetti a frane ed erosione.
Rilancio della soc. Parchi in un discorso complessivo di salvaguardia e valorizzazione dei beni ambientali e culturali.


INFRASTRUTTURE
Priorità assoluta è la realizzazione della SS398.
E’ inoltre decisivo un sistema di mobilità persone e merci su ferrovia. Il tanto paventato spostamento della stazione ferroviaria al Chiassatello può avere un senso solo se si crea una tratta diretta Piombino – Campiglia, senza interruzione e deviazioni, con la stazione al Porto sul tragitto, eliminando il ramo tronco che conduce alla stazione marittima. Ciò sarebbe possibile spostando quest’ultima alla vecchia stazione di Portovecchio, come abbiamo spiegato con una delle osservazioni al piano urbanistico.
Il potenziamento ferroviario per merci in funzione dell’industria e del porto è un terreno auspicabile sul quale incentrare una sinergia tra Regione, FFSS, Autorità Portuale, Comune.

 OPERE PUBBLICHE ED ARREDO URBANO
In questo contesto l’obbiettivo è quello di migliorare la città dal punto di vista ambientale, della sicurezza, della mobilità urbana; renderla più a misura dei bambini e degli anziani, superare ogni barriera architettonica, procedere nella riqualificazione di “parti” della città, valorizzare beni ambientali, culturali e storici.
Per il centro storico l’attuazione della nuova biblioteca e gli altri progetti, devono procedere con il coinvolgimento dei cittadini. La riqualificazione di Marina ha come condizione il risanamento e la messa in sicurezza della costa prospiciente Cittadella.
Sono passati ormai diversi anni e ancora assistiamo al triste spettacolo di una Piombino devastata dai crolli e offesa nella tutela del suo panorama (vedi lo sfregio di via della Pace).
Sono ancora urgenze:
portare a compimento il progetto del Castello e dell’ex Pro-Patria e della completa loro valorizzazione,
Piano della mobilità urbana, rivisitazione della zona ZTL, progetto parcheggi e sistema piste ciclabili,
Riqualificazione di via Petrarca, dell’area tra corso Italia e Porto, dei giardini e delle aree a verde e parco,
Per lo sport interventi sulle strutture esistenti per manutenzione, nuovo stadio, ampliamento piscina, valorizzazione dell’attività sportiva, costruzione di nuove palestre idonee a fornire risposte alla crescente domanda degli sportivi di Piombino.
Interventi per la messa in sicurezza della costa urbana e per l’attuazione di interventi contro l’erosione, in particolare va risolto definitivamente il problema di Salivoli.
Per Baratti e costa Est deve assolutamente partire il progetto contro l’erosione della spiagge in un processo di revisione delle previsioni urbanistiche.
Per il Cotone e Poggetto la qualificazione passa definitivamente dalla attuazione del progetto di Città Futura, finora inattuato.
Per Riotorto l’attuazione della nuova scuola elementare, materna, nido, deve procedere  con un progetto di qualificazione urbana, di valorizzazione ambientale,
Per Populonia  St. interventi  su strade, illuminazione, per nuove aree a verde, valorizzazione della frazione in funzione del parco Baratti-Populonia. Nuovo centro civico.


INIZIATIVE PER L’UGUAGLIANZA DI GENERE
E’ ovvio che l’uguaglianza di genere non può essere perseguita in un solo Comune ma è anche  vero che il Comune non può dimenticarsene, tanto più a Piombino dove per fattori storici la disuguaglianza, ad esempio per quel che riguarda il lavoro, è così accentuata.
Per questo, nell’ambito di una governo della città che sempre ed in ogni decisione deve tener presente il tema dell’uguaglianza di genere in tutti gli aspetti della vita sociale, economica e politica, in particolare proponiamo quattro progetti:
  • Incoraggiamento e sostegno all’imprenditoria femminile,
  • Garanzia  e promozione  dei diritti della donne alla salute sessuale e riproduttiva,
  • Potenziamento e qualificazione dei servizi per fermare la violenza domestica e relativa al genere, inclusa quella perpetrata ai danni delle donne appartenenti a minoranze etniche,
  • Uguale rappresentanza per donne e uomini nel caso di scelte che tengano di conto di competenza, preparazione e capacità.



mercoledì 23 aprile 2014

LA SALUTE E’ UN DIRITTO GARANTITO DALL’ART 32 DELLA COSTITUZIONE E NON UNA MERCE .




Rifondazione Comunista sostiene e difende senza se e senza ma il carattere universalistico e solidaristico del SSN e pensa che debba tornare ad essere una priorità, essere totalmente finanziato con la fiscalità generale, essere disancorato dal pareggio di bilancio, perche la sanità è un servizio pubblico essenziale.

Un ospedale funzionale ed adeguato alle caratteristiche ed ai bisogni della popolazione del territorio della Val di Cornia: stabilizzazione delle situazioni di precarietà nei reparti, riduzione dei tempi di prenotazione e risposta per vari esami; un Pronto soccorso efficiente ed efficace, valorizzazione dell'area chirurgica, creando uno o più punti di eccellenza che siano di riferimento per l'intera Azienda, attraverso personale qualificato e qualificante e attraverso una maggiore autonomia delle strutture, mantenimento del punto nascita data la peculiarità territoriale di Piombino e la sua struttura quasi insulare e quindi un’area materno infantile dove si investa in modo da riportare le donne del territorio a partorire nel nostro Ospedale con un’integrazione costante con il Consultorio, interventi per la riduzione dei tempi di attesa che escludano l’aumento dell’attività privata sia all’interno che all’esterno della struttura pubblica. La specialistica e la diagnostica devono essere parte integrante del sistema pubblico e non essere delegate alle strutture private, se pur a costi concordati,; un’attenzione particolare per le malattie croniche ( diabete, malattie dell’apparato respiratorio, patologie tiroidee) quindi una implementazione dei settori dell’area medica sia a livello di degenza che a livello ambulatoriale e integrazione con la sanità d’iniziativa su cui continuare ad investire.
Integrazione di qualità ospedale territorio: Casa della Salute attraverso la quale si realizzi il percorso di accompagnamento che, partendo dal medico di famiglia, segua il cittadino/paziente, in ogni fase del suo iter di assistenza,cura e riabilitazione all’interno delle strutture zonali ed anche extra zonali; forte autonomia programmatoria e gestionale della Zona Distretto e tutte le funzioni ad essa afferenti ( salute mentale, dipendenze, alta integrazione socio sanitaria); attenzione al disagio giovanile implementando le risorse per un monitoraggio continui sul territorio e nelle scuole; Consolidamento della gestione unitaria e integrata delle funzioni sociali delegate dai Comuni alla Asl, con un incremento dei servizi e delle professionalità dato anche il momento di crisi del territorio.



martedì 22 aprile 2014

LA CONCORDIA DELLA DISCORDIA









  
Fabrizio Callaioli



Candidato Sindaco

Partito Rifondazione 

Comunista





 foto base concordia da www.intermediachannel.it

lunedì 21 aprile 2014

La scuola deve essere pubblica. Ogni finanziamento alla scuola privata deve essere tagliato



“…trasformare sudditi in cittadini e’ un miracolo che solo la scuola  può compiere”
                                 P. Calamandrei, 1946

La scuola deve essere pubblica. Ogni finanziamento alla scuola privata deve essere tagliato.
Negli ultimi anni – tra il 2008 e il 2012- la scuola pubblica italiana ha subito tagli per oltre 8,5 miliardi di euro. Parallelamente sono stati destinati alle scuole paritarie circa 500 milioni di euro l’anno.  Ciò ha comportato una diminuzione di 100.000 insegnanti, 40.000 personale ATA, aumento delle classi pollaio ( + di 25 alunni per classe), riduzione degli insegnanti di sostegno e relative ore di supporto per ogni allievo, riduzione delle ore di insegnamento di materie fondamentali per lo sviluppo del pensiero critico ( storia, geografia, filosofia, fisica…), difficoltà a far fronte alle spese per la didattica e per la manutenzione straordinaria, e conseguenti problemi di edilizia scolastica ( infiltrazioni piovane in molte scuole, pericoli per l’agibilità, mancanza di laboratori, carenza di spazi per le lezioni di sostegno) Una simile gestione delle risorse colpisce le fasce sociali più svantaggiate e garantisce una formazione di più basso profilo che produrrà a lungo termine cittadini scarsamente dotati di strumenti di partecipazione democratica. Rifondazione comunista si impegna perché si rispetti realmente il limite dei 25 alunni per classe, perché si risolvano efficacemente i problemi relativi all’edilizia scolastica.
Rinnovo e rimodernamento dell’offerta formativa, ponendo attenzione da un lato ai nuovi possibili sviluppi produttivi e dall’altro alla valorizzazione delle discipline fondamentali per una formazione culturale adeguata. Rifondazione comunista si impegna a esercitare pressioni a tutti i livelli perché il Liceo Classico possa ripartire.
Contrasto alla dispersione scolastica ed incremento dei corsi di lingua per l’inserimento dei bambini immigrati affinché la scuola diventi anche luogo di scambio interculturale.
Rifondazione comunista si impegna ad eliminare progressivamente il disagio delle famiglie derivante dagli scarsi posti e dai costi elevati negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia.
Rifondazione Comunista si impegna a promuovere una revisione del Regolamento Urbanistico affinché la sede storica dell’ITI “Pacinotti” resti in funzione e continui a essere inserita nel contesto cittadino di cui fa storicamente parte sia perché la struttura è ancora agibile (anzi migliore rispetto a quella pur più recente del “Volta”) sia perché non si compia il progetto di trasferimento di tutte le Scuole Medie Superiori presso il villaggio scolastico in via della Pace, che isolerebbe la scuola dal tessuto cittadino di cui invece deve essere parte attiva.

domenica 20 aprile 2014

ACCIAIERIE PIOMBINO : le ragioni di Paolo Francini in sciopero della fame contro la chiusura dell' altoforno Lucchini.




Subito dopo Pasqua l'altoforno verrà spento: questa storia lunga più di 100 anni si fermerà qui. Con essa si fermerà il futuro di migliaia di famiglie di questo territorio. Gli ammortizzatori sociali concessi serviranno solo a non far precipitare i lavoratori nella disperazione più nera. Ma non costituiranno certo il futuro a cui aggrapparsi, che è fatto solo di incognite e interrogativi.
L'unica cosa certa è che da oggi cambia la storia di Piombino e di un intero pezzo della Toscana.
Eppure, a detta dello stesso governo le Acciaierie di Piombino sono “Strategiche” per gli interessi del nostro Paese. Belle parole, ma intanto il Governo stesso decide di non intervenire per prolungare la vita dell'altoforno. In questo modo si condannano i lavoratori ad un salto nel vuoto senza nessuna sicurezza. La storia non può, non deve finire così. Occorre costringere il governo a farsi davvero carico della vicenda Lucchini, se necessario anche con la riacquisizione pubblica dello stabilimento. Lo Stato, cioè, deve tornare a fare lo Stato, creando occupazione e garantendo l'esistenza dei settori fondamentali come quello della siderurgia. Per questo, il giorno della fermata dell' AFO non potrà essere vissuto come un giorno qualsiasi, tutto il territorio dovrà essere mobilitato con iniziative clamorose. Lo stesso dovrà avvenire nei 20/30 giorni successivi, in cui l' AFO “caricato in bianco” potrà comunque essere messo in condizioni di ripartire.
Alcune settimane di iniziative intense e clamorose da parte dei sindacati, Lavoratori ,cittadini, per dire che la mano pubblica deve assicurare la vita dell' AFO e la sua prosecuzione fel futuro. Non dobbiamo, non possiamo arrenderci. Ho 54 anni, dal 1980 lavoro in quello stabilimento, adesso non me la sento di trascorrere il periodo di Pasqua a casa, tra “colombe” e “scampagnate”, come se nulla stesse accadendo. Ho deciso quindi di trascorrere questi giorni davanti alla portineria della Lucchini, dalle 8 del giorno di Pasqua fino alle 8 di martedi 22 aprile, in modo ininterrotto, facendo lo sciopero della fame. Questo come forma di protesta contro il Governo, ma anche per dire a me stesso, ai mie colleghi di lavoro e ai sindacati che non è giunto il momento di alzare bandiera bianca, ma quella della mobilitazione e della lotta. La nostra volontà deve essere più forte della decisione politica di uccidere le nostre speranze”

PAOLO FRANCINI
Castagneto Carducci 19 /aprile 2014


martedì 15 aprile 2014

Situazione Lucchini Piombino: Comunicato stampa di Fabrizio Callaioli candidato a Sindaco di Rifondazione Comunista, post assemblea pubblica FIOM-FIM-UILM del 14 aprile 2014



Ieri, Renzi, dopo aver consultato Berlusconi, ha nominato Moretti, quello delle Ferrovie dello Stato (che addirittura doveva diventare ministro), la Marcegaglia, già presidente di Confindustria, nonché la costruttrice Todini, berlusconiana di ferro, ai vertici delle aziende di Stato. Contemporaneamente,in piazza Gramsci, i sindacati recitavano il de profundis della fabbrica. Ormai niente più lotte (come se fossero mai iniziate),si ragiona solo di ammortizzatori sociali. Il governo (e quindi il PD) non vuole lotte, sennò poi magari le multinazionali che lo appoggiano si potrebbero arrabbiare. Quindi non si apre un dibattito, terminato l’epitaffio della siderurgia si spengono i microfoni: non un’analisi sul fatto che, proprio dalla Marcegaglia in giù, sono in tanti a tifare per la chiusura di Piombino, perché se si chiude l’altoforno, qualcun altro si prenderà la produzione di 4 milioni e mezzo di tonnellate di acciaio all’anno; la ricchezza dei Piombinesi si sposterà nelle tasche di altri. Nardi, che ormai da tempo non ha la nostra fiducia, non è l’unico responsabile, egli non è un semplice curatore fallimentare incaricato dal tribunale, è un commissario nominato dal governo, ed è chiaro che le sue scelte sono concordate con il governo, a partire dal vice ministro De Vincenti. Questa crisi ha un nome (privatizzazione) e un cognome (libero mercato); si fa passare l’idea che l’Italia possa fare a meno di una programmazione e di un tessuto industriale, di cui l’acciaio è la prima fibra costituente. L’unica soluzione è ribellarsi alle attuali politiche imposte dall’unione europea e ritornare all’intervento dello Stato nell’economia e per questo bisogna andare a votare per chi, come Tsipras, in Europa vuol contrastare gli interessi delle multinazionali. Se, a differenza di noi, il governo non vuole la nazionalizzazione della fabbrica, che almeno trovi un compratore vero e serio, ma non ha mai avuto l’intenzione di fare né l’una né l’altra cosa perche Federacciai vuole Piombino chiusa in barba all’interesse nazionale.

Il candidato Sindaco
Partito Rifondazione Comunista
Fabrizio Callaioli

Foto di Repertorio tratta da rete internet pubblicata da amministratore blog senza scopo di lucro

domenica 13 aprile 2014

IL DEF DI RENZI: DIETRO LA PROPAGANDA AVANTI TUTTA CON L’AUSTERITA’



E’ possibile che la “luna di miele” con il governo Renzi duri ancora un po’ come successe persino per Monti e per il precedente governo Letta. E certo l’esibizione di velocità e decisionismo, la comunicazione spettacolarizzata di Renzi ha una particolare efficacia in un paese in cui è quasi inesistente il conflitto sociale organizzato e che anche per questo continua a cercare l’uomo dei miracoli cui affidarsi. Renzi ha per altro inaugurato il proprio mandato con alcune scelte di un qualche impatto per i settori sociali che hanno pagato in maniera particolarmente dura la crisi: è così per gli 80 euro mensili promessi ai lavoratori dipendenti sotto i 25.000 euro lordi annui, per l’aumento della tassazione delle rendite, per il tetto ai megastipendi dei manager pubblici. Provvedimenti - o meglio annunci - criticabili per la loro parzialità, a partire dall’esclusione inaccettabile dei pensionati come di tanto lavoro autonomo o falsamente autonomo dai benefici fiscali, ma che a fronte della condizione di disagio sociale fortissimo, hanno rappresentato elementi di qualche novità e costruzione di consenso. Le scelte almeno parzialmente condivisibili però finiscono tutte (ma proprio tutte) qui, e tanto più con la presentazione del DEF emerge la complessiva e totale continuità con le politiche di austerità e neoliberiste dei governi precedenti, che anzi vengono rilanciate con maggior forza. Per questo demistificare le operazioni di propaganda che Renzi sta facendo e continuerà a fare, è un obiettivo centrale per far crescere la stessa disponibilità all’avvio di un nuovo ciclo di mobilitazioni.

Il DEF, i vincoli europei, le previsioni macroeconomiche.
Renzi si è presentato come quello che avrebbe “sbattuto i pugni” in Europa sull’austerità. Nella conferenza stampa di presentazione dei primi provvedimenti ha poi detto che avrebbe usato la differenza tra il deficit previsto al 2,6% del Pil e il tetto del 3%. In questo modo si sarebbero reperiti più di 6 miliardi, a copertura dello stesso intervento sull’Irpef.
Renzi, invece nella prima riunione europea ha dichiarato che il “Fiscal Compact è un impegno che il nostro paese ha preso e che confermiamo” con l’inserimento dei relativi parametri nel DEF, e non ha affatto usato la differenza tra il 2,6% e il 3%. Gli obiettivi sul deficit sono del 2,6% nel 2014, dell’1,8% nel 2015, dello 0,9% nel 2016.
Il tutto ha una logica. Se si rispetta il Fiscal Compact non esiste il margine tra il 2,6% e il 3%. Il vincolo del 3% fissato da Maastricht è stato infatti trasformato dal Fiscal Compact nel vincolo al pareggio di bilancio “strutturale” intendendo, con questa espressione, il deficit al netto della cosiddetta componente ciclica e dei provvedimenti una tantum. Il nuovo parametro si considera rispettato se si sta entro il tetto massimo di deficit strutturale dello 0,5% sul Pil. La stessa introduzione del concetto di indebitamento strutturale peggiora il quadro conferendo alla Commissione un potere discrezionale di valutazione di cosa si possa considerare ciclico, e di  definizione per ogni paese di obiettivi diversi a seconda di una serie di parametri. Il DEF prevede al 2016 il pareggio di bilancio strutturale.
Intanto il rispetto del Fiscal Compact significa che i 6 miliardi non ci sono e vanno presi altrove.

Sempre per quel che riguarda i vincoli europei e il rapporto tra debito e Pil, il DEF ne prevede una crescita fino al 2015, tanto al netto quanto al lordo delle quote che l’Italia sta versando - a partire dal governo Monti - al Fondo Salva Stati, quote che devono raggiungere la cifra complessiva  di 125 miliardi pagati in rate annuali.
Il rapporto debito/pil comincia a diminuire invece seccamente dal 2016. Al 2014 è previsto al 134,9%, nel 2015 al 133,3%, nel 2016 al 129,8%, nel 2017 al 125,1% e via calando. Le previsioni sono in sostanza che dal 2016 e poi in tutti gli anni successivi, l’Italia sarà in grado di rispettare la regola del debito del Fiscal Compact che entra in vigore a partire da quell’anno, cioè la riduzione annua di 1/20 della quota eccedente il 60% del rapporto tra debito e Pil.
Perché questo avvenga il DEF si dà l’obiettivo di una crescita dell’avanzo primario, cioè il saldo tra entrate e uscite al netto della spesa per interessi, dal 2,6% nel 2014 al 3,3% nel 2015, al 4,2% nel 2016, al 4,6% nel 2017, fino al 5% nel 2018, cioè dai 41 miliardi attuali a 90 miliardi del 2018
Ma in tutto questo, il Pil dovrebbe crescere dello 0,8% nel 2014, dell’1,3% nel 2015, e poi dell’1,7% in media per i 3 anni successivi, trainato dai 10 miliardi di riduzione delle tasse.
Il Def Renzi-Padoan contiene previsioni totalmente non credibili, con una crescita del Pil nel quadriennio 2014-2018 superiore a quella degli anni pre-crisi, mentre continuano le politiche di austerità per il totale rispetto dei vincoli del Fiscal Compact.

Spending Review, privatizzazioni, lavoro.
Ovviamente la parte del leone nel rispetto dei vincoli è affidata agli introiti provenienti dalla spending review e dalle privatizzazioni.
Dileguatosi l’utilizzo dello scarto tra il 2,6 e il 3% del deficit, al taglio della spesa è affidata la maggior parte della stessa copertura degli 80 euro in busta paga per il 2014. I “risparmi” sono previsti per 4,5 miliardi nel 2014, 17 nel 2016, 32 nel 2017 appena inferiori al documento presentato da Cottarelli. In attesa che venga definita fino in fondo la selezione delle misure con cui si concretizzerà il piano Cottarelli, è necessario ricordare anche in questo caso che se i riflettori mediatici vengono concentrati sul (limitato) taglio ai mega stipendi dei manager, non è da questa voce che sono previsti la maggior parte dei “risparmi”(0,5 miliardi). Il piano Cottarelli prevede invece al 2016 oltre ai 7 miliardi di risparmi sull’acquisto di beni e servizi la cui attuazione indolore è tutta da verificare, altri 2 miliardi di tagli ai comuni (0,5 nel 2015), 2 miliardi alle partecipate locali (0,1 nel 2014, 1,0  nel 2015), 1,5 miliardi al trasporto ferroviario (0,3 nel 2014, 0,8 nel 2015), 2 miliardi di tagli ulteriori alla sanità (0,3 nel 2014, 0,8 nel 2015),  1 miliardo per l’allineamento della pensione anticipata delle donne, 3 miliardi per il taglio di 85.000 dipendenti pubblici, nuove misure per accelerare la liquidazione o dismissione delle aziende pubbliche locali.
Sul pubblico impiego, se anche fossero vere le smentite circa un blocco al 2020 della contrattazione collettiva e questo fosse “limitato” al 2017 (questione demandata alla legge di stabilità), siamo di fronte ad un attacco pluriennale devastante: il contratto bloccato dal 2009, nessuna reale stabilizzazione dei precari, blocco del turn-over con una riduzione di addetti che ha portato il nostro paese ai minimi termini in Europa e che non rappresenta altro che un attacco all’occupazione e a diritti essenziali: dalla scuola alla sanità ai servizi territoriali.

Sul versante delle privatizzazioni, Renzi aumenta le stesse poste previste dal governo Letta. Dalla previsioni di privatizzazioni per un valore pari allo 0,5% del Pil si passa allo 0,7% del Pil per il quadriennio 2014-2017. In sostanza da un obiettivo di 32 miliardi di privatizzazioni si passa ad un obiettivo di 46 miliardi al 2017. Al piano Letta di privatizzazioni di Poste, Eni, Tag, Stm, Fincantieri.. se ne aggiungeranno di nuove, mentre il DEF mette in risalto in particolare la necessità di accelerare la dismissione delle partecipate locali anche attraverso la “riforma” del Testo Unico sugli Enti Locali.
Non solo non si trae nessuna conseguenza dal bilancio totalmente fallimentare delle privatizzazioni degli ultimi 25 anni, del depauperamento dell’apparato produttivo che hanno causato e dell’aumento della dipendenza del paese, dei profitti per pochi a danno dei molti, ma si interviene su settori indispensabili per il rilancio di una politica industriale, a partire dall’energia e dai trasporti e si attacca nuovamente la volontà espressa dalla maggioranza degli italiani con il referendum del 2011.
In realtà nell’ulteriore indebolimento dell’apparato produttivo del paese promesso dalle privatizzazioni, al centro della politica del governo non c’è altro che il decreto-lavoro. E’ all’estensione della “acausalità” del contratto a termine e all’eliminazione dell’obbligo di stabilizzazione degli apprendisti, alla definitiva precarizzazione del lavoro che il governo attribuisce il compito di rilanciare la “competitività” del paese. E’ il lavoro povero e senza diritti quello su cui si punta. Ma conta qualcosa il lavoro per Renzi? Che abbia diritti e dignità, certamente no, perché altrimenti non avrebbe approvato il decreto-lavoro. Ed in realtà neppure che ci sia un qualche lavoro. Non pare essere un problema per Renzi che le stesse previsioni ottimistiche del suo DEF ipotizzino una disoccupazione sostanzialmente stabile: all’11,6% nel 2017.
Ce n’è molto più che abbastanza per avviare un percorso di lotte vero. E se ognuno e ognuna di noi è chiamato a fare la sua parte, ci vorrebbe un sindacato che non aspetta di essere distrutto da Renzi mentre rimpiange la concertazione.