mercoledì 25 febbraio 2015

PRC Piombino : Comunicato da consigliere comunale PRC Fabrizio Callaioli.



Questa mattina il Capogruppo consiliare di Rifondazione Comunista Fabrizio Callaioli, dopo le notizie di possibile riapertura dell'AFO da parte di Cevital diffusesi in questi ultimi giorni, ha presentato richiesta di comunicazioni urgenti al Sindaco di Piombino, ritenendo che i rappresentanti democraticamente eletti dai cittadini  e, di conseguenza i cittadini stessi, dovessero avere dalle istituzioni notizie più precise al riguardo. Il Sindaco Giuliani ha affermato di rispondere solo per cortesia e comunque di non avere notizie da Cevital se non attraverso i comunicati e quindi gli organi di stampa.
Ha riconfermato ciò che già si sapeva, ovvero che Cevital dice di realizzare l'impianto agroindustriale e la logistica, ma di non sapere niente dell'altoforno. D'altronde ha precisato di non aver letto il preliminare pur essendo stato invitato alla firma. Noi riteniamo le parole del Sindaco inaudite, non è possibile che il Sindaco della città ove sorge la fabbrica, se non viene chiamato da Cevital, non ritenga dover interpellare lui l'Azienda per capire che cosa intende fare. Noi riteniamo che dovrebbe essere un suo dovere nei confronti
dei lavoratori e dei cittadini. La non-risposta del Sindaco ha, a nostro avviso, un significato altamente politico, ossia l'assoluta impotenza e sudditanza nei confronti del Sig. Rebrab e di ciò che lui vuole fare e disfare nell'area industriale

Foto da web Giornalettismo

martedì 24 febbraio 2015

MA.. UN BEL DI’ VEDREMO LEVARSI UN FIL DI FUMO ?



Ci siamo forse scordati che il 1° maggio 2014 venne consegnato  a Rossi , in un tripudio di applausi, simbolicamente lo scovolino con cui era stato spento l’altoforno con l’auspicio che tornasse a riconsegnarlo per la riaccensione? Noi non ce lo siamo scordato, come non ci siamo scordati che la riapertura dell’area a caldo era quello per cui abbiamo lottato fino alla fine. Detto questo, abbiamo aperto un credito a Cevital che ha manifestato l’intenzione ( e tuttora siamo a intenzioni visto che il piano industriale dettagliato è latitante) di produrre acciaio con i forni elettrici, di diversificare costruendo un impianto agro industriale etc etc. Adesso Cevital vuole riaccendere l’altoforno, per noi va benissimo ( anche la Germania apre altoforni mentre noi li chiudiamo, quindi perché no?), ma ci chiediamo: in che condizioni sono gli impianti spenti da circa un anno?, quali tutele ambientali e di sicurezza ci sono per gli operai e la cittadinanza? Come si concilia la ripartenza dell’area a caldo con l’impianto agroindustriale che lì doveva essere costruito? Cevital bisogna decida che fare da grande, se vuole investire sull’altoforno lo faccia, ma  ci deve dire come, perché  e per quanto tempo, oppure prosegua per la sua strada, ma anche in questo caso dicendo come e perché. Si fa notare che nel frattempo continuano la solidarietà e la cassa integrazione, quest’ultima, per i dipendenti delle Ditte, pagata un mese sì e quello dopo non si sa.  Né i lavoratori né i cittadini sono pedine su una dama.

domenica 1 febbraio 2015

SANITAS TOSCANA “…EST DIVISA IN PARTES TRES…” (La Sanità toscana divisa in tre zone)



Siamo fortemente preoccupati, dopo quest’operazione la Toscana sarà divisa in tre sottoregioni sanitarie governate da tre sub assessori direttamente dipendenti dal Presidente. “Un disegno centralista ed autoritario,” per citare un articolo del Dr. Gavino Maciocco su Salute Internazionale


Un disastro. Alla fine della legislatura il governatore Rossi, prono ai voleri di austerità del Presidente del Consiglio, si appresta sconvolgere l’intero sistema  sanitario regionale: 3 Asl invece di 12  i cui ambiti coincideranno con le tre Aree Vaste Nord Ovest, Centro e Sud Est, più le tre Aziende Ospedaliere Universitarie. A dirigerle il Direttore di Area Vasta, nominato dalla Giunta Regionale, a cui è affidata la programmazione, l’attribuzione delle risorse, il monitoraggio, la verifica dei piani operativi della nuova Asl e dell’Azienda  Ospedaliera Universitaria di riferimento.
Nel frattempo dal 1 marzo decadranno i Direttori generali, Sanitari Amministrativi e dei Servizi Sociali, verranno nominati dalla Giunta regionale tre Commissari e 12 Vice commissari che traghetteranno il vecchio impianto verso il nuovo.
Questo è il quadro. Si mette in atto in fretta e furia una riforma radicale e di importanza fondamentale per il SSR solo per “fare cassa” dopo i tagli  del Governo Renzi ai trasferimenti alle Regioni: questo è chiaro dalla lettura della relazione finanziaria dove si dice
-        che il nuovo assetto organizzativo sarà razionalizzato e semplificato ottimizzando l’uso delle risorse attraverso la riduzione dei costi sia di funzionamento che di erogazione delle prestazioni sanitarie.

-        che tale riduzione non è quantificabile e che ad oggi i risparmi sono solo quelli ottenuti con il “venir meno” degli organi di direzione delle 12 ASL, per un totale di € 2,740.000 circa.



Ecco, si spiana un Sistema Sanitario regionale per avere subito 2.740.000 euro, poi non  si sa.
Gli artefici delle ulteriori riduzioni di costi, ricordiamo, di funzionamento e di erogazione delle prestazioni sanitarie, saranno in questi mesi i Commissari che  come si legge all’art. 10, “curano il processo di fusione” “semplificando i processi” “ razionalizzando le risorse” “riorganizzando il personale”, su quest’ultimo punto “ facendo ricorso anche alla legge 135/2012 nei casi di eccedenza di personale. E quale sarà il braccio armato dei Commissari per effettuare le analisi organizzative per raggiungere quanto sopra? i vice commissari.
Questo avremo nei prossimi mesi: i Commissari riorganizzeranno analizzando dove tagliare risorse patrimoniali e umane, attraverso i vice commissari che non altra funzione avranno se non quella di tagliatori di teste: ci sono 1000 pensionamenti da portare avanti, a detta di Rossi, e se poi c’è ancora eccedenza, si passa alla mobilità, e poi c’è il patrimonio immobiliare, anche lì accentrando accentrando e poi vendendo, qualcosa si raggranellerà, vero Presidente?
Come si può pensare di ridurre il personale dopo anni di blocco del turn over, con servizi il cui organico a volte  coincide con i servizi minimi essenziali da garantire in caso di sciopero! Come si può pensare che ciò non comporti anche una dequalificazione dei servizi offerti al cittadino!

E il futuro assetto? Un fiorire di Dipartimenti interaziendali, strutture elefantiache che programmeranno, coordineranno attraverso altri Dipartimenti e Comitati di Dipartimenti. In questo marasma a un certo punto si parla di consolidamento delle Zone Socio Sanitarie o Società della Salute, ma non si dice altro, e noi ci chiediamo ma come saranno, a quale livello di autonomia e che ambito avranno all’interno di questo enorme territorio che, nel nostro caso, va da Massa all’Elba. Dal giornale invece si apprende della volontà di far scomparire l’Ospedale per farne uno trizonale con tre sedi, quindi anche la futura ( se ci sarà) Società della Salute sarà trizonale? E dell’Ospedale a Riotorto del quale le Amministrazioni precedenti si sono tanto riempite la bocca , non se ne sa più niente?
Altre cose ci inquietano in questo processo di riassetto. Notiamo una spinta verso la privatizzazione quando nei “Principi del riordino” si parla  di “valorizzazione del sistema del volontariato” ma soprattutto di “valorizzazione ed integrazione degli operatori privati accreditati nelle strategie del sistema sanitario regionale”: fine del sistema pubblico, si delegano al privato compiti propri dell’assistenza diretta pubblica, tipo la specialistica e la diagnostica, non solo, ma il privato, cosa gravissima a nostro avviso, verrà inserito nelle scelte strategiche del sistema pubblico, quindi nelle decisioni! Una vergogna!
Nella spinta verso la delega al privato dobbiamo inserire anche il costituendo Dipartimento della Medicina Generale composto dai rappresentanti dei Medici di Famiglia: con tutto il rispetto per i medici di famiglia che tanta parte hanno nelle nostre vite, dobbiamo considerare però che questa categoria è “privata, in quanto è legata al SSR da una Convenzione. Allora ci chiediamo: con questo Dipartimento, pubblico,  una categoria “ privata” gestirà soldi “pubblici”? Oppure?
Non si sa niente di niente, questo è il fatto, se non che avremo davanti mesi di inerzia e immobilismo nell’attesa che i Commissari consegnino nelle mani dei Direttori tre Asl svuotate di quasi tutto, presumibilmente.

                                                    
                                 
Rifondazione Comunista
Circolo “V. Corallini”
Via Marco Polo 4
57025 Piombino
tel /fax 0565 221429

link correlato :articolo del Dr. Gavino Maciocco su Salute Internazionale