martedì 24 febbraio 2015

MA.. UN BEL DI’ VEDREMO LEVARSI UN FIL DI FUMO ?



Ci siamo forse scordati che il 1° maggio 2014 venne consegnato  a Rossi , in un tripudio di applausi, simbolicamente lo scovolino con cui era stato spento l’altoforno con l’auspicio che tornasse a riconsegnarlo per la riaccensione? Noi non ce lo siamo scordato, come non ci siamo scordati che la riapertura dell’area a caldo era quello per cui abbiamo lottato fino alla fine. Detto questo, abbiamo aperto un credito a Cevital che ha manifestato l’intenzione ( e tuttora siamo a intenzioni visto che il piano industriale dettagliato è latitante) di produrre acciaio con i forni elettrici, di diversificare costruendo un impianto agro industriale etc etc. Adesso Cevital vuole riaccendere l’altoforno, per noi va benissimo ( anche la Germania apre altoforni mentre noi li chiudiamo, quindi perché no?), ma ci chiediamo: in che condizioni sono gli impianti spenti da circa un anno?, quali tutele ambientali e di sicurezza ci sono per gli operai e la cittadinanza? Come si concilia la ripartenza dell’area a caldo con l’impianto agroindustriale che lì doveva essere costruito? Cevital bisogna decida che fare da grande, se vuole investire sull’altoforno lo faccia, ma  ci deve dire come, perché  e per quanto tempo, oppure prosegua per la sua strada, ma anche in questo caso dicendo come e perché. Si fa notare che nel frattempo continuano la solidarietà e la cassa integrazione, quest’ultima, per i dipendenti delle Ditte, pagata un mese sì e quello dopo non si sa.  Né i lavoratori né i cittadini sono pedine su una dama.

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