domenica 30 marzo 2014

Rifondazione Comunista Piombino in conferenza stampa ha presentato il candidato a Sindaco e lista per le elezioni comunali .


Piombino (LI) – Un partito di Rifondazione Comunista più grintoso che mai, con facce giovani e professionisti preparati, ha presentato la propria lista sabato 29 marzo presso la propria sede in Via Marco Polo a Piombino. Candidato sindaco l’avvocato Fabrizio Callaioli personaggio molto conosciuto e apprezzato in città. Rifondazione comunista alle elezioni del 25 maggio correrà con il simbolo di Rifondazione Comunista alle amministrative, mentre alle Europee sosterrà la lista Tsipras. «Il bilancio dei dieci anni della Giunta Anselmi è negativo – inizia Michela Batistoni, segretaria del circolo di Rifondazione Comunista – con  tanti progetti mirabolanti e pochi  fatti. Abbiamo fatto un’opposizione seria in consiglio comunale,  e ora ci presentiamo con la nostra lista e il nostro simbolo per chiedere di cambiare ai cittadini di Piombino».
Poi interviene il candidato sindaco Fabrizio Callaioli, 52 anni avvocato specializzato nel diritto del lavoro e impegnato nell’associazionismo (è stato presidente per diversi anni di Amnesty International Piombino). «Questa città – inizia Callaioli – ha bisogno di interventi seri e di progetti realizzabili. Progetti fattibili senza effetti speciali. Mi rendo conto di candidarmi a sindaco nel momento più difficile della storia piombinese. Gli anni che ci aspettano saranno impegnativi, mentre la crisi che stiamo vivendo è sistemica, ma noi sappiamo fornire una soluzione. La crisi Lucchini è lo specchio di quello che accade in Italia e in Europa quando si dà mano libera alle multinazionali. Lo Stato deve riprendere a fare programmazione industriale, le politiche di neoliberismo hanno portato a questi risultati. A livello locale crediamo che occorre puntare su progetti fattibili, non su grandi idee che poi non si concretizzano mai. Crediamo che sia fondamentale puntare sul porto e sulle aree retroportuali per creare una filiera logistica e industriale».


Una lista variegata con persone che rappresentano uno spaccato della comunità cittadina, operai, impiegati, disoccupati, studenti, insegnanti, pensionati.

In elenco alfabetico: 

 Alfio Balocchi 62 anni, Michela
Batistoni 45, Abdellah Berriria 52, Liviana Bindi 66,
Maurizio Cerboneschi 60, Nicola Checcoli 23, Rita
Colombelli 48, Lucia Di Tizio 46, Chiara Dini 37, Marco 
Fosco 35, Simona Franceschi 50, Lorenzo Guastalli 23,
Massimo Lami 46, Federico Marrini 25, Francesco 
Masangui 34, Massimo Matteuzzi 48, Mirko Mei 50,
Valentina Meini 42, Patrizia Pasqualini 50, Mirko Carli 41,
Marianna Sili 41, Lorella Franci 52,Elio Vernucci 64, Maria Rosaria Vitiello 35

foto momenti conferenza








giovedì 27 marzo 2014

Le Acciaierie verso la cig, Piombino nel dramma



di Riccardo Chiari – il manifesto Pubblicato il 27 mar 2014

Il volan­tino distri­buito alle entrate delle Accia­ie­rie non lascia spa­zio a equi­voci: si va verso la cassa inte­gra­zione. Che non sarà breve per gli oltre due­mila addetti diretti della ex Luc­chini, e sarà tutta da con­qui­stare per i lavo­ra­tori dell’indotto. Cala la tela sul secondo polo side­rur­gico ita­liano, abban­do­nato da governi che cam­biano perio­di­ca­mente lea­der ma con­ti­nuano per­vi­ca­ce­mente a non avere uno strac­cio di poli­tica indu­striale. Lasciando che il “mer­cato” fac­cia il suo corso, con le rotaie fer­ro­via­rie che saranno pro­dotte in Ger­ma­nia, e le lami­na­zioni spar­tite fra i soci di Fede­rac­ciai, gruppo Mar­ce­ga­glia in testa.
Non sfugge a nes­suno che si entra in una fase deli­cata — avverte Enrico Rossi — in cui potreb­bero mani­fe­starsi anche seri pro­blemi di tenuta sociale. Governo, isti­tu­zioni e forze sociali sono chia­mati a fare la loro parte, fir­mando il più velo­ce­mente pos­si­bile il pre­vi­sto accordo di pro­gramma per la ricon­ver­sione eco­lo­gica del polo side­rur­gico”. L’unica via d’uscita, secondo il pre­si­dente toscano, per offrire alle Accia­ie­rie un futuro pro­dut­tivo. Sep­pur in tempi non brevi, visto che nella migliore delle ipo­tesi — cioè con robu­sti inve­sti­menti per un inno­va­tivo impianto Corex al posto dell’altoforno – ci vor­ranno almeno tre anni di lavori. In metà tempo, certo, sarà pos­si­bile costruire un forno elet­trico. Ma per farlo andare avanti baste­ranno al mas­simo 500 ope­rai. Meno del 25% degli attuali addetti delle Acciaierie.
Intanto a Piom­bino e in Val di Cor­nia si cerca di met­tere a fuoco il nuovo sce­na­rio, dopo le noti­zie pio­vute, negli ultimi giorni, come una gran­di­nata. Per le Accia­ie­rie restano in corsa, come ha spie­gato il vice­mi­ni­stro Clau­dio De Vin­centi ai sin­da­cati, gli ucraini di Steel­mont e i due fra­telli indiani Naveen e Saj­jan Jin­dal, a capo di due distinte società ere­di­tate dal padre, fon­da­tore della Jin­dal Steel and Power. Sia Steel­mont che Naveen Jin­dal guar­dano ai soli lami­na­toi. Men­tre la Jsw (Jin­dal south west) di Saj­jan Jin­dal, che è il mag­gior pro­dut­tore indiano di acciaio (4 mld di fat­tu­rato), potrebbe inve­stire anche sul forno elet­trico e sul Corex, già uti­liz­zato in due suoi stabilimenti.

Al di là delle ipo­tesi, il com­mis­sa­rio straor­di­na­rio Piero Nardi ha annun­ciato a Fiom, Fim e Uilm che la ‘due dili­gence’ sca­drà a fine aprile, ma le offerte vin­co­lanti potranno arri­vare a fine
mag­gio. Que­sta fine­stra tem­po­rale potrebbe rimet­tere in corsa gli arabi di Smc, unici a chie­dere un alto­forno fun­zio­nante durante i lavori di ristrut­tu­ra­zione delle Accia­ie­rie. De Vin­centi con­si­dera poco pro­ba­bile l’arrivo di un’offerta, però il gruppo che fa capo a Kha­led al Habah­beh assi­cura che dopo il 4 aprile, data fis­sata per la pro­messa rica­pi­ta­liz­za­zione da due miliardi della società, arri­ve­ranno a garan­zia 500 milioni di dol­lari alla filiale romana dell’Ubae (Unione della ban­che arabe ed euro­pee). Per certo il com­mis­sa­rio Nardi ha spie­gato che le 35mila ton­nel­late di mine­rale in arrivo per ali­men­tare l’altoforno – fino a ini­zio mag­gio – saranno le ultime. Men­tre è fis­sato per il 3 aprile il sum­mit inter­mi­ni­ste­riale (Svi­luppo eco­no­mico e Lavoro) con i sin­da­cati. Per par­lare di ammor­tiz­za­tori sociali.


immagini da internet inserite da autore blog

martedì 25 marzo 2014

*FABIO AMATO :"FRANCIA NON SOLO LE PEN" * (candidato collegio Centro lista l'altra Europa con Tsipras.)



di Fabio Amato, candidato nel collegio Centro lista L'altra Europa con Tsipras.

Tutti i media europei e naturalmente quelli italiani, danno ampio risalto all’affermazione dell’estrema destra francese alle elezioni municipali in Francia. Un dato sicuramente significativo e preoccupante, anche se limitato ai pochi comuni in cui erano presenti liste della destra nazionalista di Marine Le Pen.
 Il risultato negativo del Partito Socialista Francese era annunciato. Hollande ha deluso non poco le aspettative di cambiamento suscitate con la sua elezione, seguendo come i suoi colleghi socialisti europei la via dell’austerità e dell’obbedienza all’ortodossia neoliberista europea. Ma c’è anche un altro dato, che non è riportato dai media, ed è la presenza di  una opposizione di sinistra al governo socialista, un’opposizione che in più di 100 città, con il Front de gauche, supera il 10% dei voti. Il Front de Gauche non è stato conteggiato in quanto tale, perché hanno purtroppo pesato le divisioni che hanno visto i suoi protagonisti presentarsi diversamente a livello locale, in alcuni casi alleati dei socialisti, in alcuni no. Un errore che non si presenterà alle prossime elezioni europee.
In Francia, come nel resto d’Europa, non c’è solo Le Pen. A contrastare le politiche antipopolari di Hollande e della Troika c’è un’opposizione di sinistra a questa Europa. Un’opposizione che non gioca sul sentimento nazionalista, sulla propaganda xenofoba e razzista contro gli immigrati, ma sul tema della rifondazione democratica e sociale dell’Europa. Sulla disobbedienza ai trattati neoliberisti e alle loro regole che producono recessione economica, disuguaglianza e disoccupazione. Un’opposizione che alle europee sarà unita con il Front de Gauche, nel sostegno alla Sinistra Europea e ad Alexis Tsipras.
La speranza del cambiamento in Europa non passa attraverso il sentimento egoistico di divisione e di isolamento. Può vivere solo con un’unità dei popoli europei che punti a cambiare i trattati, a partire dal Fiscal compact, e a  riconquistare la sovranità popolare sequestrata dai mercati.
È l’unità dei popoli, e non la loro divisione su basi nazionaliste, che può battere l’austerità e la grande coalizione che la sostiene. Sono i movimenti popolari contro l’austerità, come quello  della Marcia della dignità del 22 Marzo in Spagna, anch’essa ignorata dai media nostrani, così come le mobilitazioni in Portogallo e in Grecia contro la Troika. Questa rimozione dell’alternativa progressista all’Europa dell’austerità risponde ad una logica precisa, non è casuale. Presentare le prossime elezioni europee come alternativa fra l’Europa neoliberista della grande coalizione e forze populiste e nazionaliste.
Esiste invece un’altra possibilità, quella rappresentata dalla Sinistra 

Europea e dalla candidatura di Alexis Tsipras,e che in Italia vive nella lista 

l’Altra Europa con Tsipras. La possibilità e la speranza di rimettere in 

discussione radicalmente questa Ue, di riconquistare democrazia e diritti 

sociali, un’altra idea di integrazione, libera dal neoliberismo e dalla paura.


A PIOMBINO INIZIA LA RACCOLTA FIRME PER LA LISTA" L'ALTRA EUROPA CON TSIPRAS" /PUNTI DI PROGRAMMA DI ALEXIS TSIPRAS




A  PIOMBINO INIZIA LA RACCOLTA  DELLE FIRME PER LA LISTA TSIPRAS

Il c.lo di rifondazione comunista  "Vittorio Corallini" della città di Piombino, via M.Polo 4 , comunica che inizierà :
La raccolta di firme per la lista Tsipras, lista di cui è aderente.
Le date dei banchetti  in città saranno :

26-3-2014  via Ferrer angolo via Costa ore  10.00

29-03-2014  piazza Cappelletti                      16.00

02-04-2014  corso Italia angolo  via Ferrer  10.00

05-05-2014  corso Italia angolo via Ferrer    16.00

Il programma di Alexis Tsipras per le elezioni del 25 maggio
Nell’accettare la candidatura alla Presidenza della Commissione Europea, Alexis Tsipras ha indicato le sue priorità politiche, e proposto un piano in dieci punti contro la crisi. Questo documento rappresenta la piattaforma politica attorno a cui si è raccolta la lista italiana L’Altra Europa con Tsipras, che verrà approfondita e integrata nelle prossime settimane in un confronto aperto e partecipato.
L’Unione Europea sarà democratica o cesserà di esistere”, afferma Tsipras: “Per noi, la democrazia non è negoziabile”. Il documento sottolinea la necessità di “superare la divisione fra Nord e Sud dell’Europa”, e definisce così il sogno dell'Europa che vogliamo: Un’Europa al servizio dei cittadini, invece che un’Europa ostaggio della paura della disoccupazione, della vecchiaia e della povertà. Un'Europa dei diritti, anziché un'Europa che penalizza i poveri, a beneficio dei soliti privilegiati, e al servizio degli interessi delle banche.
Per costruire questa Europa - la nostra Europa - il documento di Tsipras indica tre priorità politiche:
1.            Porre fine all’austerità e alla crisi, con gli strumenti indicati nei 10 punti del piano
2.            Avviare la trasformazione ecologica della produzione, per rispondere alla crisi ambientale e dare priorità alla qualità della vita, alla solidarietà, all’istruzione, alle fonti energetiche rinnovabili, allo sviluppo ecosostenibile
3.            Riformare le politiche europee dell’immigrazione, rifiutando il concetto di “Fortezza Europa” che alimenta forme di discriminazione, e garantendo invece i diritti umani, l’integrazione, il diritto d’asilo e le misure per la salvaguardia dei migranti, costretti ad affrontare viaggi in cui è a rischio la loro stessa vita
I contenuti principali del Piano in dieci punti contro la crisi sono:
- la fine immediata dell’austerità, “una medicina nociva somministrata al momento sbagliato”, che ha portato al primato di 27 milioni di disoccupati in Europa e all’ingiustizia di intere generazioni derubate del loro futuro
- un programma di ricostruzione economica, finanziato direttamente dall’Europa tramite i prestiti a basso tasso d'interesse, e centrato sulla creazione di posti di lavoro, sullo sviluppo di tecnologia e infrastrutture
- la sospensione del patto di bilancio europeo (Fiscal Compact), che attualmente impone il pareggio di bilancio anche ai paesi in gravi difficoltà economiche, e che deve invece consentire gli investimenti pubblici per risanare l’economia e uscire dalla crisi
- una Conferenza europea sul debito, simile a quella che nel 1953 alleviò il peso del debito che gravava sulla Germania, e le consentì di ricostruire la nazione dopo la guerra
- una vera banca europea, che in caso di necessità possa prestare denaro anche agli stati e non solo alle banche, e che fornisca prestiti a basso tasso di interesse agli istituti di credito, a patto che accettino di fornire credito a costi contenuti a piccole e medie imprese
- una legislazione europea che renda possibile tassare i guadagni che derivano dalle operazioni finanziarie, oggi fiscalmente colpite molto meno del lavoro
Per rendere possibile questo cambiamento, afferma Tsipras, “dobbiamo influenzare in modo decisivo la vita dei cittadini europei. Non vogliamo semplicemente cambiare la attuali politiche, ma anche estendere l’interesse e la partecipazione delle persone alla politica, fin nella stesura delle leggi europee. Per questo dobbiamo creare un’alleanza politica e sociale più ampia possibile”.
La crisi dell’Europa non è solo economica e sociale, è anche crisi di democrazia e di fiducia. A questa crisi noi possiamo e dobbiamo rispondere, con “un movimento per la costruzione democratica di un’unione che oggi è solo monetaria”.
Per ricostruire l’Europa - conclude Tsipras - è necessario cambiarla. E dobbiamo cambiarla adesso, perché sopravviva. Mentre le politiche neo-liberiste trascinano indietro la ruota della Storia, è il momento che la sinistra spinga avanti l’Europa”.

martedì 4 marzo 2014

Alessandro Favilli neo segretario regionale di Rifondazione Comunista. Viene da Piombino



E’ Alessandro Favilli il nuovo segretario del Prc della Toscana che succede a Stefano Cristiano. Favilli è stato eletto ieri dal Comitato politico regionale del partito con 27 voti a favori, 15 contrari, e 8 astenuti. Il neo segretario, 55 anni, piombinese, è stato segretario provinciale della Federazione Prc di Piombino, responsabile nazionale ‘grandi vertenze industriali’, e segue la vertenza della Lucchini. “Il Prc in Toscana – sottolinea Favilli in una nota – è un partito ancora forte e radicato, che però richiede particolare cura nella sua crescita e nel suo radicamento, al fine di rafforzarne l’efficacia e la capillarità di intervento”.

sabato 1 marzo 2014

Comune di Piombino : termina senza botto la legislatura in una città in declino.


Anche questo mandato volge al termine e ancora una volta l’amministrazione, che aveva promesso di stupirci con effetti speciali, non ha fatto niente di veramente importante per questa città. Nessuno dei progetti epocali è stato realizzato, come la nuova biblioteca comunale, la strada 398 fino al porto, l’ospedale a Riotorto, la nuova stazione ferroviaria, la ristrutturazione dei vecchi licei di via Cavour, delle Stalle Napoleoniche, dei vecchi macelli, i progetti per Baratti.
Lo stesso che successe con i fanghi di Bagnoli o la ristrutturazione di Piazza dei Grani nel mandato precedente, e c’è da dire per fortuna, alcuni di quei disegni non hanno trovato concretizzazione. Come per fortuna mai è partita la Fiorentina Ghiaccioni, anche perché abbiamo visto in via della Pace come l’amministrazione tutela il paesaggio e il panorama.
Nel contempo abbiamo assistito all’indebolimento incessante e preoccupante di tutto l’apparato di servizi della nostra città. Il Tribunale è stato chiuso, per scelta governativa, non certo per colpa dell’amministrazione, però non possiamo dimenticare che quel governo era ed è sostenuto prima di tutti dallo stesso partito che amministra Piombino. Gli uffici locali di Inail e Inps o sono declassati o se ne paventa la chiusura o al meglio un consistente ridimensionamento. Per non parlare dell’ospedale di Villamarina, che viene di giorno in giorno smantellato per spostare altrove i servizi, senza una ragione logica e senza quel mitico risparmio di cui tanta parlano gli uffici direttivi.
Il giudizio sul lavoro di questi anni non può che essere negativo. Non è stato fatto niente di significativo per rilanciare l’economia di questa città: la diversificazione è sempre rimasta lettera morta, perché non è mai stata fatta una seria programmazione che, ad esempio, sfruttando il semi prodotto delle industrie siderurgiche, facesse filiera corta favorendo lo sviluppo di imprese che lavorassero a Piombino prodotti come la vergella, invece di farla trasportare chissà dove per essere trasformata in corde di chitarra o cavi per ascensore.
Il governo di questa città ha sempre pubblicizzato progetti roboanti o addirittura fantasmagorici, inattuati, invece di cercare soluzioni semplici e pratiche, ma fattibili e capaci di realizzare qualcosa che desse risposte concrete alle esigenze della popolazione.
Anche di fronte alla drammatica crisi delle industrie
siderurgiche abbiamo registrato un balbettio scoraggiante. Solo adesso, in extremis e arrivati al punto di non ritorno, l’Amministrazione e la città tutta, si trovano, giocoforza, a stringersi intorno ad una proposta industriale che dovrebbe garantire un investimento salvifico su tutto il complesso, grazie naturalmente anche a fondi pubblici statali ed europei. Noi di Rifondazione Comunista, però, restiamo gli unici ad insistere, e ad aver sempre insistito sulla necessità dell’intervento statale per risolvere le gravi situazioni di crisi industriale, causate dalle speculazioni delle multinazionali, perché restiamo convinti che l’operaio piombinese non possa essere messo in concorrenza con quello orientale che viene sfruttato in maniera praticamente schiavistica e costretto a vivere in un ambiente iper inquinato, senza tutele e igiene ambientale. Questo livellamento verso il basso è la fine della civiltà e l’unico modo per difendersi è dire no al mercato globale, soprattutto a quel mercato che immette in Europa prodotti fabbricati senza sicurezza, con materie tossiche e con lo sfruttamento schiavistico. Ma questo tipo di analisi è del tutto sconosciuta al partito che governa questa città, perché lo metterebbe in contraddizione con la dirigenza nazionale del PD che invece, ormai del tutto in balia delle multinazionali, ha deciso di fare del mercato globale il proprio credo.
Chi governerà questa città nel prossimo mandato è atteso ad un banco di prova senza precedenti, dovrà confrontarsi con i poteri forti, con il Commissario nominato dal Governo per la Lucchini, con vari ministeri, banchieri e imprenditori e per questo dovrà avere ben chiaro cosa pretendere per risollevare Piombino. Soprattutto dovrà adottare comportamenti netti e capaci da un lato di smascherare le tattiche di chi vuol smantellare la fabbrica per portare in dote a qualche lontana società le quote annue di acciaio ora assegnate allo stabilimento Lucchini di Piombino, e dall’altro di ottenere le soluzioni più idonee al rilancio dell’economia locale. Lo stesso vale in ambito portuale, per cui si sta giocando una battaglia estremamente impegnativa e che non riguarda solo la Concordia, e per questo Piombino sta trovando tanta avversione nei poteri centrali.
Per tutte queste ragioni noi ci saremo, come ci siamo sempre stati, con le nostre idee e con le nostre proposte, facciamo di Piombino una città migliore!

Gruppo Consiliare Rifondazione Comunista


Partito della rifondazione comunista
c.lo Vittorio Corallini via M.Polo 4
57025 Piombino (LI)
Tel/fax 0565-224714