sabato 1 marzo 2014

Comune di Piombino : termina senza botto la legislatura in una città in declino.


Anche questo mandato volge al termine e ancora una volta l’amministrazione, che aveva promesso di stupirci con effetti speciali, non ha fatto niente di veramente importante per questa città. Nessuno dei progetti epocali è stato realizzato, come la nuova biblioteca comunale, la strada 398 fino al porto, l’ospedale a Riotorto, la nuova stazione ferroviaria, la ristrutturazione dei vecchi licei di via Cavour, delle Stalle Napoleoniche, dei vecchi macelli, i progetti per Baratti.
Lo stesso che successe con i fanghi di Bagnoli o la ristrutturazione di Piazza dei Grani nel mandato precedente, e c’è da dire per fortuna, alcuni di quei disegni non hanno trovato concretizzazione. Come per fortuna mai è partita la Fiorentina Ghiaccioni, anche perché abbiamo visto in via della Pace come l’amministrazione tutela il paesaggio e il panorama.
Nel contempo abbiamo assistito all’indebolimento incessante e preoccupante di tutto l’apparato di servizi della nostra città. Il Tribunale è stato chiuso, per scelta governativa, non certo per colpa dell’amministrazione, però non possiamo dimenticare che quel governo era ed è sostenuto prima di tutti dallo stesso partito che amministra Piombino. Gli uffici locali di Inail e Inps o sono declassati o se ne paventa la chiusura o al meglio un consistente ridimensionamento. Per non parlare dell’ospedale di Villamarina, che viene di giorno in giorno smantellato per spostare altrove i servizi, senza una ragione logica e senza quel mitico risparmio di cui tanta parlano gli uffici direttivi.
Il giudizio sul lavoro di questi anni non può che essere negativo. Non è stato fatto niente di significativo per rilanciare l’economia di questa città: la diversificazione è sempre rimasta lettera morta, perché non è mai stata fatta una seria programmazione che, ad esempio, sfruttando il semi prodotto delle industrie siderurgiche, facesse filiera corta favorendo lo sviluppo di imprese che lavorassero a Piombino prodotti come la vergella, invece di farla trasportare chissà dove per essere trasformata in corde di chitarra o cavi per ascensore.
Il governo di questa città ha sempre pubblicizzato progetti roboanti o addirittura fantasmagorici, inattuati, invece di cercare soluzioni semplici e pratiche, ma fattibili e capaci di realizzare qualcosa che desse risposte concrete alle esigenze della popolazione.
Anche di fronte alla drammatica crisi delle industrie
siderurgiche abbiamo registrato un balbettio scoraggiante. Solo adesso, in extremis e arrivati al punto di non ritorno, l’Amministrazione e la città tutta, si trovano, giocoforza, a stringersi intorno ad una proposta industriale che dovrebbe garantire un investimento salvifico su tutto il complesso, grazie naturalmente anche a fondi pubblici statali ed europei. Noi di Rifondazione Comunista, però, restiamo gli unici ad insistere, e ad aver sempre insistito sulla necessità dell’intervento statale per risolvere le gravi situazioni di crisi industriale, causate dalle speculazioni delle multinazionali, perché restiamo convinti che l’operaio piombinese non possa essere messo in concorrenza con quello orientale che viene sfruttato in maniera praticamente schiavistica e costretto a vivere in un ambiente iper inquinato, senza tutele e igiene ambientale. Questo livellamento verso il basso è la fine della civiltà e l’unico modo per difendersi è dire no al mercato globale, soprattutto a quel mercato che immette in Europa prodotti fabbricati senza sicurezza, con materie tossiche e con lo sfruttamento schiavistico. Ma questo tipo di analisi è del tutto sconosciuta al partito che governa questa città, perché lo metterebbe in contraddizione con la dirigenza nazionale del PD che invece, ormai del tutto in balia delle multinazionali, ha deciso di fare del mercato globale il proprio credo.
Chi governerà questa città nel prossimo mandato è atteso ad un banco di prova senza precedenti, dovrà confrontarsi con i poteri forti, con il Commissario nominato dal Governo per la Lucchini, con vari ministeri, banchieri e imprenditori e per questo dovrà avere ben chiaro cosa pretendere per risollevare Piombino. Soprattutto dovrà adottare comportamenti netti e capaci da un lato di smascherare le tattiche di chi vuol smantellare la fabbrica per portare in dote a qualche lontana società le quote annue di acciaio ora assegnate allo stabilimento Lucchini di Piombino, e dall’altro di ottenere le soluzioni più idonee al rilancio dell’economia locale. Lo stesso vale in ambito portuale, per cui si sta giocando una battaglia estremamente impegnativa e che non riguarda solo la Concordia, e per questo Piombino sta trovando tanta avversione nei poteri centrali.
Per tutte queste ragioni noi ci saremo, come ci siamo sempre stati, con le nostre idee e con le nostre proposte, facciamo di Piombino una città migliore!

Gruppo Consiliare Rifondazione Comunista


Partito della rifondazione comunista
c.lo Vittorio Corallini via M.Polo 4
57025 Piombino (LI)
Tel/fax 0565-224714







Nessun commento:

Posta un commento