Lo stesso che successe con i fanghi di Bagnoli o la ristrutturazione
di Piazza dei Grani nel mandato precedente, e c’è da dire per fortuna, alcuni
di quei disegni non hanno trovato concretizzazione. Come per fortuna mai è
partita la Fiorentina Ghiaccioni, anche perché abbiamo visto in via della Pace
come l’amministrazione tutela il paesaggio e il panorama.
Nel
contempo abbiamo assistito all’indebolimento incessante e preoccupante di tutto
l’apparato di servizi della nostra città. Il Tribunale è stato chiuso, per
scelta governativa, non certo per colpa dell’amministrazione, però non possiamo
dimenticare che quel governo era ed è sostenuto prima di tutti dallo stesso
partito che amministra Piombino. Gli uffici locali di Inail e Inps o sono
declassati o se ne paventa la chiusura o al meglio un consistente
ridimensionamento. Per non parlare dell’ospedale di Villamarina, che viene di
giorno in giorno smantellato per spostare altrove i servizi, senza una ragione
logica e senza quel mitico risparmio di cui tanta parlano gli uffici direttivi.
Il giudizio sul lavoro di questi anni non può che essere negativo. Non
è stato fatto niente di significativo per rilanciare l’economia di questa
città: la diversificazione è sempre rimasta lettera morta, perché non è mai
stata fatta una seria programmazione che, ad esempio, sfruttando il semi
prodotto delle industrie siderurgiche, facesse filiera corta favorendo lo
sviluppo di imprese che lavorassero a Piombino prodotti come la vergella,
invece di farla trasportare chissà dove per essere trasformata in corde di
chitarra o cavi per ascensore.
Il
governo di questa città ha sempre pubblicizzato progetti roboanti o addirittura
fantasmagorici, inattuati, invece di cercare soluzioni semplici e pratiche, ma
fattibili e capaci di realizzare qualcosa che desse risposte concrete alle
esigenze della popolazione.
Anche di
fronte alla drammatica crisi delle industrie
siderurgiche abbiamo registrato un balbettio scoraggiante. Solo adesso, in extremis e arrivati al punto di non ritorno, l’Amministrazione e la città tutta, si trovano, giocoforza, a stringersi intorno ad una proposta industriale che dovrebbe garantire un investimento salvifico su tutto il complesso, grazie naturalmente anche a fondi pubblici statali ed europei. Noi di Rifondazione Comunista, però, restiamo gli unici ad insistere, e ad aver sempre insistito sulla necessità dell’intervento statale per risolvere le gravi situazioni di crisi industriale, causate dalle speculazioni delle multinazionali, perché restiamo convinti che l’operaio piombinese non possa essere messo in concorrenza con quello orientale che viene sfruttato in maniera praticamente schiavistica e costretto a vivere in un ambiente iper inquinato, senza tutele e igiene ambientale. Questo livellamento verso il basso è la fine della civiltà e l’unico modo per difendersi è dire no al mercato globale, soprattutto a quel mercato che immette in Europa prodotti fabbricati senza sicurezza, con materie tossiche e con lo sfruttamento schiavistico. Ma questo tipo di analisi è del tutto sconosciuta al partito che governa questa città, perché lo metterebbe in contraddizione con la dirigenza nazionale del PD che invece, ormai del tutto in balia delle multinazionali, ha deciso di fare del mercato globale il proprio credo.
siderurgiche abbiamo registrato un balbettio scoraggiante. Solo adesso, in extremis e arrivati al punto di non ritorno, l’Amministrazione e la città tutta, si trovano, giocoforza, a stringersi intorno ad una proposta industriale che dovrebbe garantire un investimento salvifico su tutto il complesso, grazie naturalmente anche a fondi pubblici statali ed europei. Noi di Rifondazione Comunista, però, restiamo gli unici ad insistere, e ad aver sempre insistito sulla necessità dell’intervento statale per risolvere le gravi situazioni di crisi industriale, causate dalle speculazioni delle multinazionali, perché restiamo convinti che l’operaio piombinese non possa essere messo in concorrenza con quello orientale che viene sfruttato in maniera praticamente schiavistica e costretto a vivere in un ambiente iper inquinato, senza tutele e igiene ambientale. Questo livellamento verso il basso è la fine della civiltà e l’unico modo per difendersi è dire no al mercato globale, soprattutto a quel mercato che immette in Europa prodotti fabbricati senza sicurezza, con materie tossiche e con lo sfruttamento schiavistico. Ma questo tipo di analisi è del tutto sconosciuta al partito che governa questa città, perché lo metterebbe in contraddizione con la dirigenza nazionale del PD che invece, ormai del tutto in balia delle multinazionali, ha deciso di fare del mercato globale il proprio credo.
Chi governerà questa città nel prossimo mandato è atteso ad un banco
di prova senza precedenti, dovrà confrontarsi con i poteri forti, con il
Commissario nominato dal Governo per la Lucchini, con vari ministeri, banchieri
e imprenditori e per questo dovrà avere ben chiaro cosa pretendere per risollevare
Piombino. Soprattutto dovrà adottare comportamenti netti e capaci da un lato di
smascherare le tattiche di chi vuol smantellare la fabbrica per portare in dote
a qualche lontana società le quote annue di acciaio ora assegnate allo
stabilimento Lucchini di Piombino, e dall’altro di ottenere le soluzioni più
idonee al rilancio dell’economia locale. Lo stesso vale in ambito portuale, per
cui si sta giocando una battaglia estremamente impegnativa e che non riguarda
solo la Concordia, e per questo Piombino sta trovando tanta avversione nei
poteri centrali.
Per tutte
queste ragioni noi ci saremo, come ci siamo sempre stati, con le nostre idee e
con le nostre proposte, facciamo di Piombino una città migliore!
Gruppo Consiliare Rifondazione Comunista
Partito della rifondazione comunista
c.lo Vittorio Corallini via M.Polo 4
57025 Piombino (LI)
Tel/fax 0565-224714
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