giovedì 2 marzo 2017

LA COOP SEI TU? LIBERE RIFLESSIONI SULLA QUESTIONE UNICOOP TIRRENO


                                                                                                                                                                          Immagine originale tratta da internet

UNA SITUAZIONE CRITICA E PREOCCUPANTE
Si sono susseguite notizie diffuse a mezzo stampa e comunicati sindacali che, di volta in volta, preannunciavano la necessità di interventi pesanti, chiusura di esercizi commerciali, tagli al numero di dipendenti (in particolare nella sede di Vignale), eliminazione dei diritti acquisiti attraverso il contratto aziendale, azioni insomma da lacrime e sangue da mettere in atto per far fronte ad una sofferenza di liquidità appianata comunque attraverso un pesante intervento finanziario da parte di altre Società cooperative. Intervento, e questa è una nota positiva, operato non dalle solite banche o dallo Stato, ma dall’interno del mondo Cooperativo che, comunque prevede un rientro di 30 milioni annui in bilancio, fino ad un pareggio del bilancio stesso, previsto entro il 2019. Tutto ciò prevede anche una drastica riduzione del numero di dirigenti, effettivamente sproporzionati e sovradimensionati rispetto alla media ad esempio delle altre Coop con la conseguente sostituzione con altri personaggi di fiducia. Un commissariamento di fatto, con tanto di direttive precise in relazione ai tagli da fare, alle decisioni da prendere. Il gruppo dirigenziale si è negli anni lanciato in investimenti sbagliati e rivelatisi poi disastrosi, come gli enormi Iper campaniche non hanno mai decollato, scelte poco oculate nella gestione dei punti vendita, nei quali, ormai da troppi anni si guarda solo e soltanto alla produttività penalizzando i dipendenti, diminuendo la forza lavoro, puntando su straordinari, riduzione di organici ed aperture sempre più lunghe invece che sulla qualità del servizio. E questi dirigenti sono stati scelti e confermati più volte dal CdA, al quale certo non possono non essere assegnate delle responsabilità gravi in merito a questa situazione, in quanto per anni ha approvato scelte errate, bilanci sempre più negativi, azioni commerciali scriteriate senza battere ciglio né intervenire, anzi sostenendo chi ha portato a tutto questo. Certamente Unicoop si è trovata ad operare in territori fortemente martoriati dalla grave crisi economica che sta attanagliando il Paese, e che in Val di Cornia ha colpito fortemente tutta l'economia, e questo non ha certo favorito la ripresa. Ma non per questo è possibile giustificare una gestione che ha trascinato quasi sull'orlo del precipizio migliaia di dipendenti e di soci, senza che questo abbia minimamente scalfito i vertici di tale azienda fino all'intervento delle altre Coop. E adesso tutto questo rischia di ripercuotersi proprio sulla parte più debole, sui lavoratori. Si deve superare questo periodo di forte crisi non parlando di esuberi o di cessioni, ma facendo ripartire le vendite, riappropriandosi di quote di mercato attraverso la riacquisizione di un rapporto di fiducia con i soci ed i consumatori, attraverso la qualità dei prodotti e la capacità di fidelizzazione dei clienti.

IL SENSO DELLA COOPERAZIONE
Non è possibile uscire da questa situazione se non si torna a discutere di che cosa sia davvero la Cooperazione in una società come quella di oggi, se non si recuperano e si riscoprono valori antichi, ma non per questo non più validi come l'etica del lavoro, il rispetto del cliente, del socio e del lavoratore, se non si torna a valorizzare davvero il merito, partendo dai vertici più alti, se non si adotta una seria politica di investimenti, non sulle mura, come in passato, ma sul capitale umano, sulle conoscenze, sulle capacità. È necessario attualizzare la Cooperazione con lo scopo non soltanto di acquistare e vendere prodotti alimentari e non alimentari, ma anche recuperando il fine etico e sociale di garantire il potere di acquisto delle classi più deboli, calmierare il mercato, offrire prodotti controllati e di qualità al giusto prezzo, sia per i fornitori che per l'acquirente finale, dare lavoro nel rispetto dei diritti dei lavoratori e dei consumatori, rappresentare una sicurezza ed un punto di riferimento per i propri clienti ed anche e soprattutto per i propri soci prestatori, e per puntare tutti insieme ad un miglioramento sociale e ad una crescita della consapevolezza delle persone. Fare cooperazione oggi deve tornare ad essere una nobile azione sociale, etica ed educativa. Tutti questi aspetti sono ancora previsti nello statuto societario, ma ormai sono andati mano a mano deteriorandosi, trasformando pian piano la Coop in un'azienda simile alle altre, e che similmente alle altre si muove, prona alle regole del mercato ed alla nuova visione dei rapporti tra lavoratori, clienti e proprietà. La Coop sei tu diceva un vecchio slogan. E così deve tornare ad essere.

CHIAREZZA E INFORMAZIONE
Nell’immediato deve riprendere la trattativa sindacale dove è ora che l’azienda metta nero su bianco cosa vuole fare. Al contempo è anche ora che la Cooperativa informi diffusamente i soci sulle proprie scelte indicendo assemblee. Diversamente dal consigliere d’amministrazione coop e capogruppo PD in consiglio comunale, noi pensiamo che tutti abbiano diritto a discutere e intervenire sulle vicende di Unicoop Tirreno a difesa dei soci (che non sono un “parco buoi” del Pd) e dei lavoratori.

domenica 22 gennaio 2017

INTERVENTO PUBBLICO: SE SI VUOLE SI PUO'. MA SI VUOLE?



Ora lo dice il giornale dei padroni, il Sole 24 ore: lo Stato può intervenire nella holding Cevital rilevando, tramite Cassa Depositi e Prestiti, il 27% della quota Lucchini. Certo non si può dire che sia un giornale comunista e che noi si dicano “ bischerate” come amabilmente ci è stato fatto notare di recente.  
Siccome Rifondazione lo dice da due anni, e lo ha ribadito ogni volta che il Sig. Rebrab non rispettava le scadenze e gli impegni, adesso sarà bene invece far notare, ancora una volta che il PD e i suoi rappresentanti locali, regionali e nazionali, quindi chi governa, non hanno mai considerato questa possibilità, mai in questi due anni è stata presa in considerazione, anzi, Rebrab non doveva essere incalzato perché aveva fatto un grande investimento e aveva bisogno di tempo e quindi chi poneva i dubbi non voleva il bene dei lavoratori; e inoltre quante volte abbiamo sentito: state tutti attenti perché dopo Rebrab non c’è niente, dopo Rebrab è finita, la variante Aferpi va approvata subito, perché lui “ non deve avere alibi” ( ma Rebrab o il PD..?). 
E lo dicevano tutti quelli che adesso come nulla fosse pensano che in effetti un intervento dello Stato con CDP sia cosa buona e giusta. Certo che lo è, peccato non ci abbiate pensato prima mentre eravate occupati ad insultarci. E speriamo anche che non sia troppo tardi, dato che a luglio Rebrab sarà libero come l’aria. 

Rifondazione Comunista auspica che venga indetto lo sciopero generale per ribadire al  governo cittadino, regionale e nazionale che l’intervento pubblico diretto è l’unica soluzione ad oggi percorribile,  e che se questa classe dirigente non è capace di analizzare e gestire le situazioni si faccia da parte

INTERROGAZIONE VARIANTE POGGIO ALL'AGNELLO



VARIANTE POGGIO ALL'AGNELLO: SUL BURT LA DELIBERA MAI APPROVATA.


Fabrizio Callaioli capogruppo PRC consiglio Comunale
Piombino
Pubblichiamo l'interrogazione presentata dal Gruppo Consiliare di Rifondazione Comunista che verrà discussa al prossimo Consiglio Comunale, riguardante la pubblicazione sul BURT dell'avviso dove viene citata la Delibera 153 MAI approvata in Consiglio. Difatti la maggioranza è riuscita solo al secondo tentativo a far approvare la delibera sulla variante urbanistica di Poggio all'Agnello, appunto la 155 con un emendamento sostanziale.  Riportiamo uno stralcio del comunicato di PRC del 19.12.2016 "[...]Gia più di un anno fa dicemmo che era una variante ad aziendam, concepita ad uso e consumo della società Immobiliare Milanese proprietaria della struttura. Rispetto al consiglio di lunedì scorso [12.12.2016] la maggioranza, venerdì [16.12.2016] ha portato un emendamento con cui ha eliminato la costruzione della strada da Poggio all'Agnello alla Principessa, dallo scorporo degli oneri di urbanizzazione dovuti dall'Immobiliare Milanese. Quindi 1.400.000 euro verranno risparmiati dall'Amministrazione che potrà impiegarli in opere per il Quartiere Populonia. Precisiamo subito che è dovere delle opposizioni far cadere il numero legale allo scopo di evidenziare l'incapacità della maggioranza di governare, e tale dovere è tanto più stringente quando è chiaro che il provvedimento è gravemente sbagliato. In questo caso poi quella mossa, insieme tutta la discussione critica condotta dalle opposizioni sugli errori della variante, a partire proprio dai costi della strada, è servita a costringere l'Amministrazione a fare quell'emendamento e a riportare così 1.400.000 euro a disposizione della comunità invece che del privato. E non è poco". 
                                INTERROGAZIONE
Con risposta scritta ed orale al prossimo Consiglio Comunale
Premesso:
che nel Consiglio Comunale del 16 dicembre 2016 è stata approvata la delibera n.155/2016 di adozione della variante urbanistica ai vigenti Piano Strutturale d’Area e Regolamento Urbanistico per il complesso ricettivo di Poggio all’Agnello;
che nel Bollettino Ufficiale della Regione Toscana n.3 del 18.01.17 è stato pubblicato l’avviso che avrebbe dovuto rendere nota la deliberazione e comunicare i termini per presentare le osservazioni allo strumento urbanistico in discussione;
che nel suddetto avviso si fa però menzione della delibera n.153 del 12.12.16, mai approvata;
che la differenza, oltre che formale appare di essenziale contenuto sostanziale, infatti la delibera 155 del 16.12.16 è stata emendata rispetto a quella originaria presentata al consiglio comunale del 12.12.16, essendo stata eliminata la previsione relativa al parziale scomputo degli oneri del contributo straordinario, pari a 1 milione e 480 mila euro, per la realizzazione della nuova viabilità di accesso al complesso edilizio, ciò significando che tale somma, in seguito alla nuova delibera, troverà nuova destinazione;
che al 21 gennaio, peraltro, sull’Albo Pretorio del Comune di Piombino si può rinvenire la delibera n.155 del 16.12.16 e invece sulla pagina dedicata alla variante sul sito del Comune si trova ancora la delibera n.153 del 12.12.16, mai approvata;
atteso
che chi volesse presentare osservazioni sarebbe tenuto, secondo l’avviso pubblicato sul BURT, ad esprimersi sulla delibera n.153, mai approvata e sostanzialmente diversa da quella approvata al consiglio successivo;
Si chiede
Di conoscere il motivo della diversa indicazione nell’avviso pubblicato sul BURT rispetto alla delibera effettivamente approvata.
Quali siano le conseguenze tecnico giuridiche di tale errore e quali rimedi ha intenzione di attuare l’amministrazione.


Fabrizio Callaioli

mercoledì 24 agosto 2016

FESTA DI LIBERAZIONE 26 AGOSTO - 3 SETTEMBRE 2016, LA PINETINA, RIOTORTO

Anche quest’'anno dal 26 agosto al 3 settembre presso il parco della Pinetina di Riotorto avrà luogo la Festa di liberazione di Rifondazione Comunista territoriale. La festa arriva a 2 mesi, forse anche meno, dal referendum sulla riforma costituzionale della Ministra Boschi e del Presidente del Consiglio Renzi. Una riforma voluta dai poteri forti, da  banche  come la JP Morgan Chase e Co che nel 2013 ha tacciato le Costituzioni di essere state troppo influenzate da idee socialiste e di presentare criticità come la debolezza dell’'esecutivo nei confronti del parlamento e una connotazione diretta a tutelare i diritti dei lavoratori che tendono a protestare di fronte a sgradevoli modifiche dello status quo. La riforma costituzionale prevede un Senato farlocco di nominati che manterrà tutta la struttura di supporto non producendo affatto tutti quegli sbandierati risparmi che Renzi ha promesso ai “poveri” ( a casa nostra si chiama scambio di voti), prevede una Camera dei Deputati totalmente asservita e agli ordini, grazie all'’incrocio con l'’Italicum, dell'’esecutivo,  andando contro quella divisione dei poteri e quei contrappesi che i padri costituzionali avevano voluto per la Costituzione attuale. Di questo si parlerà nel dibattito di giovedì 1 settembre a cui parteciperà il costituzionalista Prof. Massimo Villone, insieme al Capogruppo  consiliare PRC del Comune di Piombino, Avv giuslavorista Fabrizio Callaioli, il Prof. Rossano Pazzagli, docente di Storia moderna e facente parte del Comitato del No della Val di Cornia, Monica Sgherri della Segreteria nazionale PRC, Frida Nacinovich, giornalista parlamentare, moderati dal giornalista Tarcisio Tarquini.
Negli altri dibattiti verranno affrontati altri temi di rilievo sia sul fronte locale che nazionale, prima fra tutte la questione dei flussi dei migranti per motivi umanitari, che non cessano a causa della  “ guerra permanente” alimentata da chi  arma ora  i ribelli ora i governi a seconda di cosa più gli giova.. Ne parleremo martedì 30 agosto con Stefano Galieni Responsabile nazionale immigrazione PRC, Giuliano Parodi Sindaco di Suvereto, Paolo Martelli Responsabile Centri accoglienza della Croce Rossa territoriale, Serena Franci Psicologa presidente Ass. “ Il Labirinto”, Abdellah Berriria presidente Associazione marocchina Val di Cornia, modera Stefano Carboni, Segreteria regionale PRC.
Dai migranti alla povertà estrema, la mancanza della casa fa la differenza e del problema dell’'emergenza abitativa, che nel nostro territorio in crisi vede i numeri degli sfratti crescere in modo esponenziale, si parlerà lunedì 29 agosto con Virgilio Barachini, Unione inquilini Pisa, Salvatore Allocca, ex Assessore regionale welfare e politiche per la casa, Avv. Fabrizio Callaioli capogruppo PRC Piombino, moderati da Riccardo Chiari giornalista del Manifesto.
Mercoledì 31 agosto nel dibattito “ Morir d’amianto. La strage silenziosa” l’'Avv. Fabrizio Callaioli, il tecnico della sicurezza sul lavoro Ing. Marco Spezia, il medico del lavoro Dr. Francesco Pappalardo e Simone Motta del Comitato parenti vittime  del'l’amianto, moderati dal giornalista del Manifesto Riccardo Chiari , affronteranno, sia dal punto di vista medico e tecnico che da quello giuridico, il tema delle morti causate dal’l'esposizione all'’amianto in una zona industriale in cui una grande parte dei lavoratori è stata esposta e rischia di aver contratto malattie.
Non poteva mancare la presentazione di un libro ed in questo caso domenica 28 agosto si parlerà di giustizia sociale e diritti civili nell’opera “Fede cristiana ed orientamenti sessuali” dell’amico e compagno Andrea Panerini, pastore protestante, accompagnato da Francesco Renda, Segretario Federazione PRC Livorno, Luca Mazzinghi, Presidente Arcy Gay Livorno, moderati da Erica Rampini, Segreteria regionale PRC.
Per concludere la musica: venerdì 26 agosto, apertura della festa,  con Dé Soda Sisters , musica popolare italiana e agrifolk; sabato 27 agosto i Supernova, musica rock, che introducono gli Wena Sghena, musica folk; venerdì 2 settembre La Settima Onda, cover dei Nomadi, appuntamento fisso della Festa di Liberazione; per concludere sabato 3 settembre i Rolina’s musica pop, folk e reggae.
La festa si aprirà tutti i giorni alle 19.30 con il ristorante e la libreria. I concerti e i dibattiti inizieranno alle 21.30 circa.



giovedì 14 gennaio 2016

Servi di redazione. …L’informazione in Italia secondo Marco Travaglio


Servi di redazione. …L’informazione in Italia secondo Marco Travaglio

 

Stralcio consono dell’intervista a  Marco Travaglio di Rossella Guadagnini  tratta da :


 

L’informazione al servizio della democrazia come cane da guardia del potere? La libertà di stampa come ‘bene comune’ da difendere? Siamo giornalisti o servi di scena? Il direttore del Fatto Quotidiano risponde a MicroMega, in occasione dell’uscita del suo ultimo libro “Slurp” (Chiarelettere), sulla ‘zerbinocrazia italiota’. 


Cosa è successo all’informazione in Italia? 

Io rendo noto il referto. I risultati sono imbarazzanti. Non lo scopro io che abbiamo la stampa più servile d’Europa. Vi sono grandi giornali internazionali che, negli anni passati, hanno parlato riguardo all’informazione italiana di piaggerie peggiori di quelle della Russia di Stalin, del Minculpop, della stampa nordcoreana di regime. Abbiamo dato tutto il peggio di noi stessi in questi anni e questa è una delle spiegazioni per cui siamo stati governati dai peggiori governi possibili. Perché la stampa li ha sempre presentati come i migliori possibili. Chi ha incensato i governi Berlusconi ha poi incensato ugualmente i governi di Monti, Letta e Renzi. 

Dunque è una servitù volontaria? 

Sì, ad esempio, da parte di direttori che condizionano i loro redattori. 

La verticalizzazione all'interno delle redazioni, la commistione sempre più forte tra potere dell'editore e potere del direttore, le pressioni esterne (politiche ed economiche), l'avanzamento del web rispetto alla carta stampata, la crisi con riflessi pesantissimi sull'impiego di professionisti e giovani, sono tutte realtà che hanno influito sensibilmente sulla sempre minore indipendenza della stampa. 

Il punto centrale, tuttavia, è la situazione politica. Una grande responsabilità è da attribuirsi alle cosiddette larghe intese. Un’era cominciata ufficialmente nel 2011, con la caduta del governo Berlusconi, ma già ampiamente sperimentata negli anni della Bicamerale. Non a caso l’unico che non ha mai voluto sentir parlare di larghe intese, Prodi, è stato sabotato da Napolitano -come racconta Padoa Schioppa nei suoi diari- ed è stato spazzato via dal suo stesso partito due volte su due. Per il resto, gli altri le larghe intese le hanno sempre praticate, da D’Alema a Veltroni, anche se non erano ufficializzate. Questo clima ha fatto sì che non ci fosse neanche più quella parodia di pluralismo che c’era prima; quando, cioè, i giornali di sinistra attaccavano i governi di centro e centrodestra, mentre quelli di centro e centrodestra attaccavano i governi di sinistra nella Seconda Repubblica, dato che nella Prima non c’è mai stata alternanza al potere. Quando poi si sono ufficializzate le larghe intese -e praticamente oggi siamo in piene larghe intese, anche se non ce lo dicono- non è che la stampa di destra svolga un ruolo di opposizione o di controllo nei confronti di un governo formalmente di centrosinistra. Semmai fanno le loro vendette perché Berlusconi non è stato informato che eleggevano Mattarella. Il governo Renzi, quando è nato, aveva incensatori su lGiornale, su Panorama, sul Foglio e li ha ancora, tanto quanto sulla stampa borghese cosiddetta indipendente. 


Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, l’altro giorno ha detto che lui i giornali non li legge: a casa sua ci incartano le uova e il pesce. Cosa rispondi come direttore di giornale? 

Con certe pagine di giornali a incartare il pesce si rischia pure di sporcarlo. Su certi aspetti ha ragione, tuttavia dovrebbe fare dei distinguo. Ho l’impressione che si riferisse ai giornali che lo criticano. Se questo è davvero il suo pensiero, non si differenzia per nulla da certi vecchi politici che considerano ‘libera’ la stampa amica e ‘da cestinare’ quella critica. In questo caso dovrebbe pensarci bene: fatta così è una dichiarazione molto pericolosa. 

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domenica 25 ottobre 2015

SITUAZIONE AFERPI: IL VUOTO PNEUMATICO



Il Coordinamento Fabbriche di Rifondazione Comunista di Piombino rileva che dopo circa un anno dall'avvento di patron Cevital siamo sempre al punto di partenza e cioè agli annunci.

Si susseguono incontri tra governo PD, Regione PD, Comune PD e Rebrab che convince tutti con il suo crono programma, poi il sindacato incontra l’ Azienda e di quel crono programma non c’è niente

Ora ci si chiede perché la maggioranza politica del nostro territorio e tutte le istituzioni compreso il Presidente della Regione e il Governo non pretendono fatti e non parole da patron Cevital?

Adesso è il momento che il sindacato faccia la sua parte chiedendo il rispetto dell'accordo firmato al Ministero dello Sviluppo Economico il 26 giugno sulla solidarietà perché in fabbrica ci deve essere il 60% di lavoratori in solidarietà e ce ne sono il 35% di media mensile.

Tutto questo impedisce il rientro in Aferpi dalla CIG di circa 150 operai!
Immagine tratta da Internet

Inoltre il sindacato deve pretendere un management completo di Aferpi con cui discutere, certezze sull'approvvigionamento di semiprodotto, sul forno elettrico e sulle bonifiche. 

Il governo deve sbloccare il pagamento del TFR con un decreto legge che agevoli i siti Sin.e la Regione deve sbloccare al più presto il pagamento degli arretrati della solidarietà. 

Sono questi i punti principali da risolvere nell'immediato se si vuole avere un minimo di credibilità.

Coordinamento Fabbriche Rifondazione Comunista Piombino