giovedì 8 gennaio 2015

Callaioli Prc, risponde ai Cambiaverso





Ci sarebbe da scrivere un libro per commentare gli errori del governo Renzi e quindi mi limito agli argomenti toccati dalla risposta di Cambiaverso. Dicono di aver risolto in pochi mesi tante situazioni problematiche tra cui quella di Piombino. Per ora su Piombino si parla tanto, ma di progetti materialmente intesi ne abbiamo visti pochi. Anzi, per restare in argomento “accordo di programma”, si attendono ancora i progetti per le bonifiche, in più, atteso che Cevital non pare interessata al Corex, almeno che non dimostri di essere capace di produrre rotaie lunghe con i forni elettrici, andranno persi svariati milioni di euro di finanziamenti europei. Per il resto: chiacchiere. I lavoratori Piombinesi non hanno ancora certezze sul proprio futuro. Alcuni di questi (ad esempio diversi dipendenti della SOL) hanno già dovuto trasferirsi per conservare l’occupazione. Quelli dell’indotto anche peggio. 
Speriamo di non dover attendere il giorno dopo le elezioni regionali per conoscere la verità, perché per adesso tutte le promesse, da Cevital in giù, fanno temere di essere di fronte ancora una volta ad una campagna elettorale. Io, a differenza vostra, darò per risolta la situazione quando l’ultimo dei lavoratori Piombinesi avrà riottenuto il posto di lavoro. I militanti del PD si dicono fiduciosi che il governo troverà le risorse per risolvere il problema della mancata integrazione salariale fino all’80%. I cittadini possono limitarsi ad essere fiduciosi, ma quelli del PD sono al governo, devono spiegare cosa e come lo faranno. Intanto siamo al gennaio 2015 e le manovre di fine anno non hanno fruttato alcunché. I Cambiaverso dicono che avrebbero voluto maggiori risorse per cassa integrazione, pensioni etc. ma essendo tutto a carico della fiscalità generale, così come stipendi dei dipendenti pubblici etc., è un problema. Ebbene, nel mio intervento ho spiegato proprio che la mancanza di risorse è dovuta (oltre che agli sprechi) soprattutto ad una errata, per non dire inesistente, politica industriale. I milioni di posti di lavoro persi in questi anni hanno determinato una perdita di PIL e di gettito fiscale che hanno tolto le risorse necessarie a fornire le sacrosante risposte in termini di servizi e di previdenza. E’ su questo che Renzi deve accettare di confrontarsi, ossia sulla difesa del tessuto industriale del paese. Una nazione seria lo difende facendo programmazione industriale e impedendo che con le delocalizzazioni si perdano posti di lavoro in continuazione. Fino a prova contraria, in questi anni l’assistenzialismo si è visto a favore delle grandi imprese. Quella di cui sto parlando io si chiama programmazione industriale. E i governi di questi ultimi anni non stanno neanche provando a farla.

domenica 4 gennaio 2015

IL GOVERNO RENZI E’ NEMICO DEI LAVORATORI di Fabrizio Callaioli - Prc Piombino



Per chi non lo avesse ancora capito questo governo è assolutamente asservito agli interessi delle multinazionali e del grande capitale.
Come ultimo regalo (già con il jobs act ci pareva abbastanza) il governo ha deciso che dal 1° gennaio i contratti di solidarietà di tipo A assistiti da Cigs non saranno più integrati al 70%, ma al 60%. Fino al 2013 i lavoratori in solidarietà percepivano l’'80% della retribuzione persa, grazie a una maxi integrazione del 20%, scesa già al 10% nel 2014. Nella Finanziaria del 2015 non è stato introdotto alcun allungamento, per cui l’ultima spiaggia era rappresentata dal Milleproroghe, ma non c’è stata alcuna proroga. Questo inciderà  non poco sulla nostra realtà industriale, dove una gran parte dei lavoratori  delle fabbriche attualmente sono in solidarietà nell'attesa degli interventi salvifici di Cevital, interventi questi legati al ticket assunzioni progressive /solidarietà  e cassa integrazione. A questo punto quindi, dato che negli anni previsti da Rebrab per la realizzazione del suo progetto industriale, le risorse economiche dei lavoratori diminuiranno ancora, forse sarebbe il caso di smettere di ringraziare ed affrontare il problema.
Per passare dal territoriale al nazionale, continuano a dirci che l’Italia è in crisi a causa della spesa pubblica. E’ falso. Innanzitutto si dovrebbero fare dei distinguo fra gli sprechi pubblici delle tangenti (per i quali un chilometro di autostrada in Italia costa 4 volte di più che in un altro paese europeo) e le sacrosante spese dello Stato Sociale. Detto questo però, l' ’Italia è in crisi soprattutto per la diversa distribuzione della ricchezza determinata dalle politiche iperliberistiche volute dall’' attuale governo. Il fiscal compact, il patto di stabilità e tutte le altre misure volte a diminuire le risorse a disposizione dello Stato e dei cittadini, in realtà servono solo a spostare la ricchezza dallo Stato ad altri universi economici che vogliono solo appropriarsi dei beni pubblici per farli pagare ai cittadini che ne sono i legittimi proprietari. Se gli istituti previdenziali sono in crisi è perché perdiamo centinaia di migliaia di posti di lavoro ogni anno, e con gli stipendi dei lavoratori se ne vanno altrettanti gettiti Inps, Inail, Irpef etc.
La prima cosa da fare sarebbe difendere il patrimonio industriale del paese con una politica industriale seria e avveduta. Ma il governo Renzi e quelli che lo hanno preceduto non fanno programmazione industriale da troppo tempo, in compenso trovano miliardi da spendere in cacciabombardieri F35.