sabato 27 luglio 2013

RIFONDAZIONE: BILANCIO INSUFFICIENTE PER ANSELMI

RIFONDAZIONE: BILANCIO INSUFFICIENTE PER ANSELMI

Abbiamo intervistato Alessandro Favilli, segretario di federazione Piombino-Val di Cornia-Elba di Rifondazione Comunista, sul futuro politico ed economico della Val di Cornia. 
D. Passa il tempo e la crisi Lucchini si aggrava mese dopo mese. C’è una cura secondo Rifondazione o siamo destinati a veder chiudere l’area a caldo?
L’unica soluzione è un intervento deciso dello  stato in difesa della Siderurgia Nazionale .Questa operazione  può arrivare fino alla nazionalizzazione così come garantito dagli articoli 42 e 43 della Costituzione. La produzione dell’acciaio è strategica per un paese industrializzato e la perdita del secondo polo siderurgico avrebbe conseguenze imprevedibili anche per ciò che rimane dell’industria italiana.
Ciò che serve è una decisione politica che rimetta in campo una programmazione economica di medio periodo approntando strumenti pubblici di intervento, ad esempio, istituti di credito di diritto pubblico riesaminando le funzioni della Cassa Depositi e Prestiti, che è dotata di un’enorme liquidità, e ripensare ad una nuova IRI che, vorremmo ricordare è stata, il motore dello sviluppo italiano e generatrice di redistribuzione diffusa di ricchezza.
Non sembra, però, che il governo PD-PDL si muova in questa direzione, anzi il ministro “tecnico” Saccomanni invoca nuove privatizzazioni. Coloro ci hanno portato a questa situazione sono anche i medici che dovrebbero curarci è paradossale!
D. I sindacati hanno saputo gestire la crisi o hanno subito anche loro gli eventi?
I sindacati sono stati insufficienti nella gestione della crisi piombinese non hanno saputo guidare i lavoratori in una lotta che aveva ed ha per posta la vita o la morte. Ci troviamo di fronte all’approssimarsi della chiusura dell’area a caldo, che avrà come conseguenza il collasso dell’intero polo siderurgico con la conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro tra Lucchini, Magona ed indotto senza praticamente difendersi.
Anche le modalità degli scioperi che si sono susseguiti dimostrano debolezza di fronte alla fine delle fabbriche e di Piombino stessa: il 26 luglio 3 ore di blocco sono una barzelletta. In altri casi di gravissime crisi industriali e territoriali, dall’ILVA all’ALCOA a Terni, la difesa del posto di lavoro e la lotta conseguente è stata ben diversa. L’impressione è che le OO.SS. soffrano, nel nostro territorio di una certa subordinazione rispetto alle forze politiche di governo locali e nazionali e che a loro si affidino con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
D. Si avvicina la prossima tornata elettorale. Come si collocherà Rifondazione a Piombino?
Per quanto riguarda Piombino il Prc è disponibile ad aprire un dialogo con tutte quelle forze che si collochino nell’orizzonte della sinistra e che si mostrino disponibili a rompere con le politiche e le pratiche di governo degli ultimi 10 anni a cominciare dalle donne e dagli uomini che amministreranno il comune che dovranno effettivamente rappresentare la società piombinese.
Attualmente la giunta, ma anche il consiglio, non rappresenta il lavoro dipendente operaio e non, ma soprattutto ceti professionali e commercianti, la fotografia sta negli attuali assessori e la politiche in quelle che hanno portato alla privatizzazione di pezzi consistenti di territorio come dimostra il più recente pasticcio della ex Lega Navale e la gestione del piazzale d’alaggio, insomma in 2 anni quello spazio pubblico costruito con i soldi di tutti i contribuenti è stato espropriato ai piccoli pescatori, ai piccoli diportisti  ai semplici bagnanti e privatizzato.
D. E nel resto della Val di Cornia?
Per la val di Cornia la situazione si presenta variegata, mentre a Suvereto pensiamo di continuare l’esperienza di Uniti per Suvereto con cui abbiamo costruito l’opposizione al Sindaco Pioli non altrettanto bene è andata a San Vincenzo  e Campiglia con queste liste i rapporti sono interrotti da tempo per le caratteristiche che nel corso della legislatura hanno via via assunto, diciamo, di una certa autoreferenzialità.
E’ evidente che un partito che si chiama Rifondazione Comunista ha nel nome stesso ed in quello della tradizione e cultura politica a cui si richiama ideali d’orizzonte come l’eguaglianza e la centralità del lavoro e dei diritti di fronte alla crisi che pochissimo sono stati considerati in questi anni e su cui è stato persino impossibile confrontarci.
Abbiamo riscontrato un certo imbarazzo a prendere posizioni comuni che probabilmente deriva dalla difficoltà di parlare con un partito, sebbene siamo stati promotori sia del Forum sia del Comune dei Cittadini, siamo quindi orientati a presentare nostre liste in questi comuni approfittando della concomitanza con le elezioni europee.
D. Piombino: Bilancio di fine mandato del Sindaco Anselmi. Dategli un voto e perché.
Il voto è sicuramente un’insufficienza. Il Sindaco è persona di ottime qualità e sicuramente integerrimo, noi valutiamo la sua azione di governo che, peraltro ,abbiamo sempre contrastato. I grandi progetti sempre annunciati a cominciare dai cosiddetti “ fanghi di bagnoli” fino a quelli più inerenti le politiche per l’industria, lo smaltimento dei rifiuti urbani e industriali si sono fermati allo stadio delle enunciazioni.
La politica urbanistica, poi, dopo un inizio promettente con il piano strutturale si è arenata in operazioni di basso profilo con esiti a volte sconcertanti , RTA Berrighi a Salivoli, Piano della Costa Urbana, l’affair Pozzetti. Altro neo è di aver contribuito in maniera decisiva alla distruzione dell’unità delle politiche sovracomunali con la Val di Cornia.
D. Sanità: cosa potrebbe succedere da qui a qualche anno in Val di Cornia?
La situazione della Sanità in generale dipende innanzitutto dalle risorse pubbliche messe in campo e che da anni vengono drasticamente ridotte, quindi le indicazioni e le scelte regionali e aziendali si riducono a continue “riorganizzazioni” che spesso provocano tagli ai servizi e non consentono invece una vera e propria programmazione dei servizi socio sanitari del nostro territorio. Inoltre l’operazione del nuovo ospedale di Livorno, come abbiamo già detto anche in sede istituzionale, lega l’Asl 6 a notevoli obblighi economici di lungo periodo che potrebbero ostacolare investimenti in questa Zona socio sanitaria sia a livello ospedaliero che territoriale.
Inoltre la crisi industriale, se non risolta, porterebbe non solo ad una drastica diminuzione della popolazione ma anche ad un innalzamento dell’età media e ciò potrebbe, nei prossimi anni, ribaltare completamente il punto di vista dei bisogni socio sanitari della cittadinanza. A quel punto sarà ancora sostenibile la fantastica ipotesi di un nuovo ospedale a Riotorto ( da costruire con non si sa quali soldi…) oppure dovremo pensare a tutto un altro tipo di assistenza socio sanitaria?
D. Quale è  futuro per Piombino?
A questa domanda rispondo a titolo personale. Vorrei che Piombino riconquistasse la sua vocazione e la sua identità e ciò non può prescindere dalla tenuta delle sue fabbriche in una produzione rinnovata che contribuisca, così come è stato per un secolo, ad un modello di sviluppo nuovo per l’Italia ricostruire tutte le ferrovie e ritrovare tutte le professionalità che ci hanno reso famosi.

Giuseppe Trinchini
 

 

 

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