sabato 21 giugno 2014

CI SARA' MAI CONCORDIA?



L’abbiamo detto fin dall’inizio, l’arrivo della Concordia non sarebbe la panacea che guarisce tutti i mali e sicuramente sarebbe un’operazione da studiare con premura e attenzione per tutelare la salute dei lavoratori e dei cittadini. Detto questo
foto di repertorio relitto Costa Concordia
è chiaro che potrebbe rappresentare una positiva opportunità per muovere delle dinamiche economiche e magari il primo passo concreto verso la realizzazione del polo di rottamazione delle navi. Tutto ciò, posto ovviamente che certe cose si devon “fare per bene”, perché la rottamazione delle navi che fanno in Norvegia non è uguale a come la effettuano i Turchia.
Il problema che è emerso in queste settimane, e che noi abbiamo sempre evidenziato, è che il sistema del liberismo incontrollato  ha reso concepibile che la società privata, colpevole di un grave disastro, di un grave inquinamento e di altrettanto gravi danni a carico dei Gigliesi, dell’ambiente marino toscano e dell’immagine del nostro paese (per non parlare dei morti), abbia diritto di scegliere dove portare il relitto.
E’ inaccettabile. In linea di principio non è ammissibile che chi si rende colpevole, in questo caso gravemente colpevole, di pesanti danni per la comunità, si veda riconoscere il diritto di scegliere cosa e come fare per rimediare. E’ il potere pubblico che deve decidere, perché è in gioco l’interesse pubblico.
Sulla scorta di questa errata impostazione è perfino apparsa una conquista ciò che invece doveva essere scontato, ossia che il relitto non venga portato in Turchia. E’ per questa logica perversa che non sembra opportuno vietare alla Carnival di portare la Concordia a Genova invece che a Piombino, unica soluzione razionale e ambientalmente accettabile per le distanze da percorrere e i rischi correlati.

E’ qui che emerge tutta la debolezza ideologica di questo governo di fronte al volere delle multinazionali. Un governo che non riesce mai ad imporre le migliori strategie per perseguire l’interesse pubblico ma si trova sempre prono di fronte ai dictat del grande capitale.
Non è vero che non ci sono strumenti legali per imporre alla Carnival il volere dello Stato italiano. E non è vero che deve decidere il ministero. La Concordia è ovviamente un rifiuto speciale e come tale il suo destino è di competenza della Regione Toscana. Se il governo decide diversamente, il Presidente della Regione Enrico Rossi ha il potere di opporre una volontà diversa, pretendendo di scegliere dove mandare il relitto. Se il Presidente Rossi, che tanto ha promesso e millantato impegno e forza nella difesa degli interessi toscani e piombinesi, avesse il coraggio di puntare i piedi imponendo la sua competenza a gestire un rifiuto speciale (tale è il relitto della Concordia), lo scontro politico si risolverebbe in un conflitto di attribuzione di poteri tra Stato e Regione Toscana, che dovrebbe essere deciso dalla Corte Costituzionale, come previsto dall’art.134 della Costituzione.
Quindi alla fine è un problema di volontà politica, perché lo strumento giuridico per non farsi tagliare fuori dal governo (delle multinazionali) esiste e ce lo fornisce il detto articolo 134. Tutto sta avere il coraggio di buttarsi in una battaglia senza remore e senza paura. E alla fine sembra che la questione sia proprio questa: Rossi non ha il coraggio di schierarsi contro il governo retto dal suo partito.
Il PD locale non ci fa una miglior figura: organizza ridicole crociere su un rimorchiatore (non sappiamo ancora chi paga), come se fosse ancora necessario spiegare quali siano i pericoli del trasporto della Concordia fino a Genova. Dovrebbe viceversa imporre la sua linea nella direzione nazionale. Ma quello che è ormai chiaro è che il PD piombinese non ha la forza (o il coraggio?) di imporsi.

Non è vero che non c’è niente da fare,
vero è invece che chi di dovere non ne ha il coraggio.

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