domenica 12 aprile 2015

IL PRELIMINARE E IL PIANO INDUSTRIALE CEVITAL di Fabrizio Callaioli


Avv. Fabrizio Callaioli capogruppo consiliare Prc Piombino 

Abbiamo detto in altre occasioni che è essenziale conoscere le condizioni  del preliminare sottoscritto a Roma da Cevital e dal governo. Diciamo “dal governo” perché è bene ricordare che Nardi, commissario straordinario di Lucchini spa in amministrazione straordinaria, è stato nominato dal governo ed ha sempre lavorato a contatto quotidiano con De Vincenti (ora promosso ministro da Renzi); quindi Nardi rappresenta sostanzialmente il governo.
Sapere qual è la caparra che ha versato Cevital all’atto della sottoscrizione, così come conoscere l’ammontare della fideiussione, è utile a capire la consistenza dell’impegno di Cevital. Chi acquista un appartamento a 100 mila euro, versa solitamente una caparra del 10%, ossia 10 mila euro e sa che se si ritira dall’affare perde i 10 mila euro. Se la caparra è di soli mille euro, il suo rischio è basso, perché in caso di rinuncia perde solo quei mille euro e niente altro. Se il rischio è basso, l’acquirente si può anche permettere di tornare indietro, tanto la perdita è limitata.
Allo stesso modo è importante conoscere il prezzo totale della vendita e i modi e tempi di pagamento.
Se un imprenditore paga molto, è chiaro che, per non buttare via quei soldi, ha veramente intenzione di investire in quell’industria con un progetto a lungo termine.
Se l’imprenditore paga poco, dopo un po’ potrebbe anche pensare di mollare tutto. La perdita è di poco conto.
Analizziamo ora un altro elemento.
L’art.63 della legge Prodi bis obbliga l’acquirente di un’azienda in amministrazione straordinaria a continuare la produzione per due anni e a mantenere sempre per due anni i livelli occupazionali contrattati durante la procedura di acquisto.
Quindi Cevital avrà l’obbligo di continuare la produzione (con i soli laminatoi?) per due anni dopo la sottoscrizione del contratto d’acquisto definitivo e di tenere a lavoro il numero di dipendenti che si è impegnato a tenere nel contratto stesso. Scaduti i due anni potrà fare quello che vuole.
Quindi, se nel preliminare Cevital ha pattuito un prezzo di acquisto alto, io posso credere che abbia intenzione di fare siderurgia per davvero.
Se invece il prezzo d’acquisto è basso, posso temere che dopo due anni Cevital tiri i remi in barca smettendo di investire sulla siderurgia e lasciando andare in malora lo stabilimento.
E’ una cosa possibile, atteso che l’interesse dell’impresa di Rebrab è quello di mettere i piedi nel porto di Piombino, per avere qui la testa di ponte europea per i suoi prodotti algerini, nonché quello di acquisire gli enormi spazi dell’acciaieria per costruire i suoi impianti di agroalimentare.
Teniamo presente che per una multinazionale del genere entrare da padroni in un porto con i fondali di Piombino e godere di aree immense come quelle dell’acciaieria è una cosa di immenso significato economico. Basti pensare al valore di mercato dei terreni industriali, contingentati su tutto il territorio nazionale. Questi, oltretutto sono terreni industriali con sbocco su di un porto con alti fondali.
C’è il pericolo che l’acquisto dell’acciaieria costituisca per Cevital solo la porta privilegiata per mettere i piedi nel porto di Piombino ed acquisire gli immensi spazi di cui dicevo e che l’interesse per la siderurgia sia assai scarso.
Allora diventa fondamentale conoscere il programma di Cevital, perché un prezzo non troppo alto di acquisto della fabbrica potrebbe risultare accettabile solo a fronte di un programma veramente impegnativo e capace di garantire attività siderurgica a lungo termine. Quindi vogliamo leggere il piano industriale e i suoi tempi di realizzazione.
Un programma industriale poco strutturato e con cui Cevital si impegna ad investimenti limitati, specialmente in concomitanza con un basso prezzo di acquisto, darebbe il forte sospetto di uno scarsissimo impegno nella produzione di acciaio.
Per questo vogliamo sapere adesso cosa è scritto in quel preliminare e vogliamo conoscere il programma industriale, perché se il contenuto non è rassicurante, ora è possibile mettere in campo tutte le azioni necessarie a far pressione sul governo affinché ottenga da Cevital le condizioni più adeguate possibile ad assicurare alla comunità piombinese e della Val di Cornia le maggiori sicurezze sul futuro.
Quando il contratto definitivo sarà firmato, le possibilità di lotta saranno ormai ridotte al minimo.
Sia chiaro, l’abbiamo già detto, per quanto la trattativa non sia pubblica e non esista una legge che imponga la divulgazione del suo contenuto, è pur vero che le parti in gioco sono due: Cevital e il governo. E allora, visto che la gara è già stata vinta da Cevital, perché il governo non ci informa? Se il risultato ottenuto con la sottoscrizione del preliminare non è negativo, perché non dircelo? Cos’è che non dobbiamo sapere? Perché il piano industriale tarda a venire?
Per questo siamo preoccupati, perché le cose buone vengono divulgate e quelle cattive tenute nascoste.
Perché se i cittadini sapessero che l’accordo e il programma fanno temere per il futuro di Piombino potrebbero anche mobilitarsi e disturbare il manovratore.
In altre parole il manovratore si troverebbe ad un bivio: o riuscire ad ottenere condizioni

migliori, o rischiare di perdere consensi per non averle ottenute e pagarne il fio alle prossime elezioni regionali.
Vogliamo sapere ora cosa è scritto nel preliminare e qual è il piano industriale con cui si impegna Cevital.

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