Avv. Fabrizio Callaioli capogruppo consiliare Prc Piombino |
Abbiamo detto in altre occasioni che è essenziale conoscere le condizioni del preliminare sottoscritto a Roma da Cevital e dal governo. Diciamo “dal governo” perché è bene
ricordare che Nardi, commissario straordinario di Lucchini spa in
amministrazione straordinaria, è stato nominato dal governo ed ha sempre
lavorato a contatto quotidiano con De Vincenti (ora promosso ministro da
Renzi); quindi Nardi rappresenta sostanzialmente il governo.
Sapere qual è la caparra che ha versato Cevital
all’atto della sottoscrizione, così come conoscere l’ammontare della
fideiussione, è utile a capire la consistenza dell’impegno di Cevital. Chi
acquista un appartamento a 100 mila euro, versa solitamente una caparra del
10%, ossia 10 mila euro e sa che se si ritira dall’affare perde i 10 mila euro.
Se la caparra è di soli mille euro, il suo rischio è basso, perché in caso di
rinuncia perde solo quei mille euro e niente altro. Se il rischio è basso,
l’acquirente si può anche permettere di tornare indietro, tanto la perdita è
limitata.
Allo stesso modo è importante conoscere il prezzo
totale della vendita e i modi e tempi di pagamento.
Se un imprenditore paga molto, è chiaro che, per
non buttare via quei soldi, ha veramente intenzione di investire in
quell’industria con un progetto a lungo termine.
Se l’imprenditore paga poco, dopo un po’ potrebbe
anche pensare di mollare tutto. La perdita è di poco conto.
Analizziamo ora un altro elemento.
L’art.63 della legge Prodi bis obbliga l’acquirente
di un’azienda in amministrazione straordinaria a continuare la produzione per
due anni e a mantenere sempre per due anni i livelli occupazionali contrattati
durante la procedura di acquisto.
Quindi Cevital avrà l’obbligo di continuare la
produzione (con i soli laminatoi?) per due anni dopo la sottoscrizione del
contratto d’acquisto definitivo e di tenere a lavoro il numero di dipendenti
che si è impegnato a tenere nel contratto stesso. Scaduti i due anni potrà fare
quello che vuole.
Quindi, se nel preliminare Cevital ha pattuito un
prezzo di acquisto alto, io posso credere che abbia intenzione di fare
siderurgia per davvero.
Se invece il prezzo d’acquisto è basso, posso
temere che dopo due anni Cevital tiri i remi in barca smettendo di investire
sulla siderurgia e lasciando andare in malora lo stabilimento.
E’ una cosa possibile, atteso che l’interesse
dell’impresa di Rebrab è quello di mettere i piedi nel porto di Piombino, per
avere qui la testa di ponte europea per i suoi prodotti algerini, nonché quello
di acquisire gli enormi spazi dell’acciaieria per costruire i suoi impianti di
agroalimentare.
Teniamo presente che per una multinazionale del
genere entrare da padroni in un porto con i fondali di Piombino e godere di
aree immense come quelle dell’acciaieria è una cosa di immenso significato
economico. Basti pensare al valore di mercato dei terreni industriali,
contingentati su tutto il territorio nazionale. Questi, oltretutto sono terreni
industriali con sbocco su di un porto con alti fondali.
C’è il pericolo che l’acquisto dell’acciaieria
costituisca per Cevital solo la porta privilegiata per mettere i piedi nel
porto di Piombino ed acquisire gli immensi spazi di cui dicevo e che
l’interesse per la siderurgia sia assai scarso.
Allora diventa fondamentale conoscere il programma
di Cevital, perché un prezzo non troppo alto di acquisto della fabbrica
potrebbe risultare accettabile solo a fronte di un programma veramente
impegnativo e capace di garantire attività siderurgica a lungo termine. Quindi
vogliamo leggere il piano industriale e i suoi tempi di realizzazione.
Un programma industriale poco strutturato e con cui
Cevital si impegna ad investimenti limitati, specialmente in concomitanza con
un basso prezzo di acquisto, darebbe il forte sospetto di uno scarsissimo
impegno nella produzione di acciaio.
Per questo vogliamo sapere adesso cosa è scritto in
quel preliminare e vogliamo conoscere il programma industriale, perché se il
contenuto non è rassicurante, ora è possibile mettere in campo tutte le azioni
necessarie a far pressione sul governo affinché ottenga da Cevital le
condizioni più adeguate possibile ad assicurare alla comunità piombinese e
della Val di Cornia le maggiori sicurezze sul futuro.
Quando il contratto definitivo sarà firmato, le
possibilità di lotta saranno ormai ridotte al minimo.
Sia chiaro, l’abbiamo già detto, per quanto la
trattativa non sia pubblica e non esista una legge che imponga la divulgazione
del suo contenuto, è pur vero che le parti in gioco sono due: Cevital e il
governo. E allora, visto che la gara è già stata vinta da Cevital, perché il
governo non ci informa? Se il risultato ottenuto con la sottoscrizione del
preliminare non è negativo, perché non dircelo? Cos’è che non dobbiamo sapere?
Perché il piano industriale tarda a venire?
Per questo siamo preoccupati, perché le cose buone
vengono divulgate e quelle cattive tenute nascoste.
Perché se i cittadini sapessero che l’accordo e il
programma fanno temere per il futuro di Piombino potrebbero anche mobilitarsi e
disturbare il manovratore.
Vogliamo sapere ora cosa è scritto nel preliminare
e qual è il piano industriale con cui si impegna Cevital.
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