domenica 19 ottobre 2014

STOP TTIP. RIBELLIAMOCI!

immagine tratta da internet
Innanzitutto cosa vuol dire TTIP? E' un acronimo inglese con cui ci riferiamo ad un “partenariato transatlantico sul commercio e gli investimenti”, vale a dire un accordo di libero scambio tra gli USA e l'Unione Europea che, probabilmente, entrerà in vigore entro il 2015.
E' un trattato ancora in fase di negoziazione tra le grandi potenze, ma il fatto più allucinante è che è un accordo secretato, discusso cioè solo tra i governi degli Stati interessati senza che ne siano stati messi a conoscenza gli altri schieramenti politici, ma soprattutto i cittadini comuni i quali, ora che ne sono venuti a conoscenza tramite fonti di informazione non filtrate e movimenti sociali di protesta, giustamente sono a chiedere maggiore trasparenza.
Sostanzialmente, sono accordi di libero scambio di beni e servizi ambientali con cui si vorrebbe eliminare completamente tutte le barriere “non tariffarie”,  cioè le leggi che limitano la piena libertà d'investimento e i profitti potenzialmente realizzabili dalle società multinazionali con sede in Paesi al di qua e al di là dell'Oceano Atlantico. Questa è la definizione prettamente economica a loro uso e consumo, ma in un'ottica sociale ed ecologica, tali barriere rappresentano le norme dettate a tutela dei diritti dei lavoratori e dei cittadini, alla salvaguardia dei beni comuni, a garantire determinati standard di  sicurezza alimentare e alla tutela dell'ambiente e della dignità sociale. Per cui, se il trattato entrasse effettivamente in vigore, tutte queste forme di tutela  verrebbero meno a beneficio esclusivo delle multinazionali che a tal punto farebbero il bello e il cattivo tempo sul mercato senza organi di controllo e giudizio esterni.
Ebbene sì, perchè un altro punto saliente del TTIP è proprio la creazione di un tribunale internazionale privato a cui una multinazionale potrebbe rivolgersi per far condannare e multare  “in nome del primato della proprietà e della concorrenza” quegli Stati che decidono di non adeguarsi  non rinunciando  alle  loro norme a tutela dell'ambiente, del lavoro, della sanità e della scuola pubblica.
Con il TTIP si vuole in pratica arrivare alla totale privatizzazione con il solo scopo di incrementare i guadagni dei grandi centri economici (senza preoccuparsi di arrecare pregiudizi alla sicurezza ambientale ed alimentare, alla scuola, alla sanità e al lavoro) e alla cancellazione della sovranità popolare degli Stati membri che saranno così piegati ai ricatti e alle pretese delle multinazionali.
Con l'approvazione di questo trattato tutte le vittorie ottenute dopo anni di battaglie sociali fino ad ora nel nostro Paese in materia di  tutela dell'acqua, dell'ambiente, dei diritti del lavoro, della sanità e della scuola pubblica verrebbero vanificate.
Il fatto che ci lascia più allibiti è che l'Italia, grazie al governo destrorso di Renzi, vuole accelerare la firma di questo trattato e di altri sostanzialmente simili con gli stessi obiettivi, come ad esempio il CETA (lo stesso accordo ma siglato tra UE e Canada) e il TISA (l'accordo sui servizi) senza coinvolgere minimamente la popolazione e le istituzioni socio-politiche che ad ogni livello la rappresentano in modo da far conoscere loro i termini e le conseguenze di tali negoziati e dar quindi loro la possibilità di esprimersi in merito.
Il fatto importante è che, nonostante tutto, i cittadini di tutta Europa, grazie appunto ai vari movimenti di consumatori e ai mezzi di informazione alternativa, ne stanno venendo comunque a conoscenza, avvertendone la pericolosità più sociale che economica, e stanno dando vita a forme di protesta e di mobilitazione per esprimere il loro dissenso.  Un esempio è la Campagna #StopTTIP che si sta diffondendo nonostante la completa segretezza dei negoziati e il silenzio più totale della stampa italiana.
Con la speranza di riuscire come 15 anni fa a bloccare l'AMI (Accordo Multilaterale sugli Investimenti) avente gli stessi obiettivi del TTIP.
Rifondazione Comunista di Piombino si unisce alla campagna contro la firma del Trattato, dicendo NO TTIP!

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