DOCUMENTI APPROVATI DALLA DIREZIONE NAZIONALE DI RIFONDAZIO NE COMUNISTA DEL 10 APRILE 2013
Care compagne e
compagni,
le frammentazioni e la divisione della sinistra italiana sono l’esito
della radicale sconfitta sociale e politica degli ultimi decenni, ma anche dei
nostri errori soggettivi.
La ristrutturazione
capitalistica prima e la crisi economica poi hanno causato un'impressionante
regressione delle condizioni di vita delle persone, una crisi sociale che - al
contrario di quanto accade in altri paesi europei e nonostante l'aggressione a
diritti fondamentali conquistati in un secolo di lotte - non ha prodotto un
conflitto sociale adeguato alla fase, anzi, si è determinata una vera e propria
eclissi delle organizzazioni di massa. Solitudine, isolamento e un profondo
sentimento di impotenza delle lotte difensive costrette a manifestarsi nelle
forme più estreme, ne sono la conseguenza.
La
medesima ristrutturazione ha investito il sistema politico-istituzionale: l’introduzione
del sistema maggioritario e del bipolarismo ha condannato le forze e le culture
di sinistra, a dover scegliere ad ogni appuntamento elettorale tra l’impotenza
dentro il centrosinistra egemonizzato dal pensiero neoliberista e la
testimonianza ininfluente all’opposizione, in un processo di continua erosione
della propria credibilità.
Per
altro verso i tentativi di riaggregazione che in questi anni abbiamo insistito
a promuovere sono stati viziati da limiti soggettivi relativi alla natura
stessa dei processi unitari messi in campo. Non si può costruire l’unità a
partire da accordi di vertice fra organizzazioni ed aggregazioni che nel corso
del tempo si sono divise, senza percorsi reali di condivisione democratica e
partecipata di contenuti e priorità. Non si può costruire l’unità solo sulla
base delle scadenze elettorali e meno ancora con l’unico obiettivo di superare
quorum e sbarramenti con liste improvvisate ed espressione di equilibri
incomprensibili ai più. Non si può costruire l’unità sulla base di
pregiudiziali ideologiche od organizzative tese a pretendere scioglimenti,
abiure ed ulteriori divisioni nelle già troppe organizzazioni esistenti.
Riteniamo
sia necessario fare un salto di qualità che non ripeta gli errori del passato.
Per
questi motivi la Direzione del PRC ritiene - autocriticamente e conscia dei
propri limiti e della propria non autosufficienza - di offrire ad una libera
discussione, non predefinita negli esisti, alcune idee che ritiene utili per
poter determinare il salto di qualità che tutte e tutti sentono necessario.
1.
sarebbe necessario avviare un processo fondativo di un soggetto politico
unitario della sinistra sulla base della costruzione di una piattaforma
antiliberista che delinei l’uscita a sinistra dalla crisi, che si connoti per l’autonomia
e l’alterità rispetto al centrosinistra, per l’esplicito collegamento con tutto
il sindacalismo di classe e i movimenti di trasformazione, per il
riferimento in Europa alla Sinistra Europea e al GUE.
2.
sarebbe importante che tale soggetto assumesse come centrale una piattaforma
per la ricostruzione della sovranità popolare e la rifondazione democratica di
ogni ambito della vita sociale e politica. Dalla democrazia nei luoghi di
lavoro, allo sviluppo della democrazia partecipativa e diretta, alla ripresa di
un’iniziativa costante per il sistema proporzionale sul terreno della
democrazia rappresentativa.
3.
è indispensabile che il processo di costruzione di tale soggetto, non avvenga
in modo verticista e pattizio ma attraverso il coinvolgimento democratico
e partecipato di tutte le persone concordi con gli obiettivi unitari, sulla
base del principio una testa un voto. Che il soggetto unitario abbia piena
titolarità sulla rappresentanza elettorale. Che le forze organizzate, locali e
nazionali, che scelgano di attivarsi per il processo unitario senza
sciogliersi, si impegnino a non esercitare vincoli di mandato ed a garantire la
libera scelta individuale nell’adesione al nuovo soggetto politico da parte dei
propri iscritti e iscritte.
E’
questa la proposta che mettiamo a disposizione del confronto a sinistra, nella
convinzione che il popolo della sinistra debba e possa costruire un nuovo
soggetto politico unitario per la lotta, la partecipazione, la trasformazione.
Roma,
10 aprile 2013
La
direzione nazionale di Rifondazione Comunista
Rifondazione:
serve una svolta
La fase di confusione che regna sul dopo elezioni
conferma che non ci troviamo davanti ad una rivoluzione e all'apertura di una
nuova fase ma piuttosto davanti alla crisi organica della Seconda Repubblica
senza che sia presente una alternativa: noi vogliamo costruirla.
In primo luogo assistiamo al trionfo del politicismo
da parte di tutti i soggetti in campo, vecchi e nuovi, con una discussione
attorno al nodo del governo che si è rivelata in larga parte finta. Tutti
stanno in realtà proseguendo la campagna elettorale e nello stesso tempo la
vera posta in gioco su cui si misurano disponibilità ed alleanze è quella del
Presidente della Repubblica. Il tema dei contenuti, dei problemi del paese, è del
tutto secondario e per certi versi puramente strumentale.
In secondo luogo occorre sottolineare come le
posizioni politiche di PD e M5S siano incapaci di fornire una risposta positiva
di uscita dalla crisi e di valorizzare il positivo superamento del bipolarismo
che le elezioni hanno determinato. E’ assai significativo che i temi della
patrimoniale, del blocco dei licenziamenti o della messa in discussione dei
trattati europei - a partire dal Fiscal Compact - non siano nemmeno emersi
nella discussione. Nel confronto tra PD e grillini, da un lato la proposta del
PD era del tutto inadeguata e dall'altro Grillo ha scelto la strada
dell'arroccamento contro i partiti invece di aprire un confronto su proposte
chiare da opporre al PD. Per altro verso Napolitano ha usato la situazione di
stallo per determinare quella vera e propria forzatura costituzionale che è
stata la nomina dei 10 "saggi", per riaprire la strada ad un governo
di larghe intese che prelude alla prosecuzione delle politiche economiche
neoliberiste e ad un ulteriore scardinamento della Costituzione. PD e M5S hanno
così concorso pesantemente a determinare un quadro politico che – pur nella sua
instabilità - è molto più arretrato di quanto aveva espresso il popolo italiano
con il voto.
In parallelo alla vicenda parlamentare italiana stiamo
assistendo all'ennesima catastrofica crisi finanziaria dell'area Euro che ha
come epicentro - per ora - il sistema bancario cipriota. Nell'evidenziare il
positivo ruolo di interdizione che hanno giocato i comunisti ciprioti di AKEL,
che unitamente alle altre forze della sinistra sono riuscite a bloccare il
primo piano della troica, dobbiamo registrare ancora una volta come le
politiche proposte da Bruxelles sotto le direttive della Merkel - nella
completa afasia del partito socialista europeo e di Hollande - siano
completamente sbagliate e aggravino pesantemente la crisi.
Entrambi questi esempi - nazionale ed europeo - ci
parlano della necessità di ridefinire e rafforzare una proposta antiliberista
ed anticapitalista in Italia ed in Europa. Ci parlano della necessità di
rafforzare il Partito della Sinistra europea, ci impongono una svolta nella
vita di Rifondazione Comunista e ci chiedono di dar vita ad una sinistra di
alternativa in Italia.
Questa
situazione ci parla della contraddizione bruciante tra la necessità oggettiva
dell’ alternativa e la nostra debolezza soggettiva, sottolineata dalla pesante
sconfitta elettorale di Rivoluzione Civile. Il punto su cui riflettere a fondo
riguarda quindi la possibilità di trasformare la necessità dell'alternativa
nella maturità dell'alternativa.
La sconfitta elettorale non mette in discussione le
ragioni dell'esistenza di Rifondazione Comunista ma ci obbliga ad una forte
innovazione, ad una svolta. Non mette in discussione le ragioni dell'esistenza
di Rifondazione innanzitutto perché il tema comunismo è più che mai attuale
dentro questa crisi organica del capitale che mostra appieno la sua incapacità
a dare una risposta alle domande di democrazia, giustizia sociale e sostenibilità
ambientale. In secondo luogo perché Rifondazione Comunista rappresenta un
tessuto di militanza e di intelligenza politica indispensabile per qualsiasi
progetto di alternativa.
Per
determinare la svolta abbiamo deciso di dar vita ad uno "Straordinario
Congresso" da tenersi entro la fine dell'anno.
1) Un congresso
preceduto da una fase di riflessione aperta e approfondita sui nodi di fondo
del nostro progetto politico, che sfoci in una conferenza programmatica entro l’estate.
Per questo abbiamo deciso - a partire dalla presa d'atto della nostra sconfitta
elettorale - che occorre definire meglio il nostro progetto, la nostra ragion
d'essere, il nostro modo di funzionare, dando vita ad una vera e propria
svolta. Si tratta di una discussione sui nodi di fondo della presenza comunista
e della sinistra in Italia che parta dalla individuazione e dalla correzione
dei nostri errori. Una discussione che vogliamo fare con tutti e tutte
coloro che sono interessati alla costruzione di una sinistra di alternativa. La
Direzione nazionale invita tutti i compagni e le compagne a partecipare
ai seminari organizzati dalla commissione nazionale per il Congresso ed invita
le Federazioni e i Circoli ad organizzare in sede locale momenti di
approfondimento specifico.
2) L'attività di
riflessione teorica si deve però coniugare con una discussione di fondo sul
nostro modo di essere, di funzionare e con il necessario rinnovamento dei
gruppi dirigenti. A partire dalla pesantezza della crisi, dalla difficoltà ad
organizzare una adeguata risposta popolare alle politiche neoliberiste, dal
venir meno di ogni finanziamento pubblico, occorre ridefinire completamente il
modo di funzionare del partito per renderlo efficace e sostenibile nel tempo.
Occorre ridefinire i punti centrali di iniziativa politica: dal radicamento
sociale a partire dai luoghi di lavoro, alla capacità di costruire conflitto
sociale, collegamento tra le lotte, generalizzare le esperienze di mutualismo e
solidarietà dal basso, per arrivare ad una più efficace e costante iniziativa
sul terreno culturale come su quello della formazione e della comunicazione.
Occorre rifondare la struttura organizzativa del PRC, ripensandola
radicalmente.
3) La rifondazione
teorica e organizzativa di Rifondazione si coniuga nel nostro progetto politico
con la proposta di fondare un soggetto politico unitario della sinistra di
alternativa, costruito dal basso in forme democratiche e partecipate, nei
termini descritti nella lettera aperta ai compagni e alle compagne di sinistra.
Il rilancio di Rifondazione Comunista deve procedere parallelamente alla
costruzione, anche in Italia, di una forte sinistra antiliberista, che trovi
nella Sinistra Europea e nel Socialismo del XXI Secolo il suo naturale punto di
riferimento. Tale proposta è ispirata dalla disponibilità del PRC a cedere la
propria sovranità sul piano della rappresentanza elettorale ad un soggetto
politico unitario della sinistra che sappia mettere al centro contenuti di lotta
e programma di uscita da sinsitra dalla crisi, senza più cadere nella logica e
nelle lusinghe del sistema maggioritario e bipolare, che per sua natura tende a
dividere e condannare la sinistra all'impotenza sia nella collocazione interna
sia in quella esterna al centrosinistra. La proposta non è quindi volta a
dettare condizioni o a erigere steccati di nessun tipo. Allo stesso tempo
prende atto e cerca di superare, anche in senso autocritico, i limiti e gli
errori che hanno determinato il fallimento, fino ad oggi, di tutti i progetti
politici ed organizzativi che si proponevano l'unità della sinistra. In
particolare l'idea che si potesse promuovere l'unità dall'alto, con accordi
pattizi fra gruppi dirigenti, e quella secondo la quale ogni unità doveva essere
preceduta dallo scioglimento previo dei soggetti politici esistenti, che ha
sempre e solo provocato scissioni ed ulteriore frammentazione.
La
Direzione nazionale ritiene altresì necessario intrecciare questa attività di
riflessione e di approfondimento con la ripresa dell'iniziativa politica e
propone quindi a tutto il Partito:
1)
Un forte impegno nella campagna elettorale per le elezioni amministrative del
prossimo 26/27 maggio a partire dalle realtà più importanti come quella di Roma.
La nostra presentazione alle elezioni, in quasiasi forma avvenga, deve avere al
centro punti programmatici discriminanti come la difesa dei servizi pubblici
locali contro le privatizzazioni, il ruolo delle istituzioni locali contro la
crisi e per un welfare di prossimità a favore dei cittadini più deboli, per la
democrazia partecipativa contro la riforma liberista degli EELL.
2)
Una campagna politica, che facendo leva sulla distanza tra il palazzo e i
problemi della gente, rilanci le nostre proposte politiche sul terreno sociale
così come il tema del proporzionale, contro le ipotesi di ulteriore riduzione
degli spazi democratici e ristrutturazione regressiva del sistema politico –
istituzionale.
3)
Un forte impegno nella campagna referendaria di Bologna contro il finanziamento
pubblico delle scuole private previsto per il 26 maggio.
4)
La rimessa al centro del nostro lavoro politico il tema della ripresa del
conflitto sociale. Abbiamo sottolineato il peso nello stesso esito elettorale
dell’assenza di conflitto sociale nel paese e su questo dobbiamo agire sia
localmente, sia operando per la piena riuscita della manifestazione nazionale
indetta dalla Fiom per il 18 maggio p.v. In questo quadro la Direzione
nazionale ritiene necessario aprire immediatamente la discussione sul prossimo
congresso della Cgil tra i compagni e le compagne iscritte, al fine di favorire
la costruzione di una sinistra sindacale che proponga un netto cambio di
indirizzo politico e sindacale.
5)
L'organizzazione su tutto il territorio nazionale di assemblee sulla
costruzione della sinistra di alternativa, a partire dalla lettera aperta
approvata da questa direzione, che coinvolgano il complesso degli interlocutori
- individuali e collettivi - della sinistra.
6)
L'organizzazione entro le metà di aprile di una prima riunione dei segretari
regionali sull'autoriforma del partito che apra – in rapporto con la
Commissione Politica per il Congresso - un ampio percorso di discussione finalizzato
all’organizzazione di un appuntamento nazionale in cui si ridefinisca la
struttura, il modo di funzionamento del partito, le forme di autofinanziamento.
7) Il lancio su tutto il territorio nazionale della
campagna di tesseramento al Partito della Rifondazione Comunista per il 2013.
In questo quadro di ripresa del lavoro politico,
particolare attenzione e cura deve essere dedicata ai compagni e alle compagne
e al partito in quanto tale. Per questo, oltre agli attivi e alle assemblee già
convocate ed in via di convocazione, la Direzione Nazionale decide di aprire
sul sito del partito due spazi di confronto orizzontale, che superino ogni
barriera gerarchica e territoriale. In primo luogo uno spazio di confronto tra
i compagni e le compagne sulla politica, a partire dai documenti approvati da
questa direzione nazionale. In secondo luogo uno spazio di socializzazione
delle pratiche del partito dai circoli alle federazioni ai regionali.
Su questa strada di rifondazione della rifondazione,
la Direzione Nazionale decide di convocare per il 5 maggio una assemblea
nazionale dei segretari di circolo.
La Direzione Nazionale di Rifondazione Comunista
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