Il
PD più volte ha affermato che la vicenda Piombino è risolta grazie
a un semplice Accordo di Programma. Bene, noi riteniamo che questo
non sia vero in quanto i lavoratori stanno ancora aspettando risposte
ben precise sul loro futuro. L'Accordo di programma, che ancora non
sappiamo quando e come verrà attuato, non può bastare per
tranquillizzare la cittadinanza; ad oggi sappiamo che il termine per
la presentazione delle offerte vincolanti è slittato ancora e che
una società privata indiana è interessata solo ai treni di
laminazione e al reparto marittimo. Stiamo parlando al massimo di 800
900 lavoratori. E tutti gli altri che fine faranno? Durante la
campagna elettorale il Presidente Rossi e l'ex sindaco Anselmi più
volte hanno parlato, nel caso di acquisto parziale da parte del
privato, di intervento dello Stato per sviluppare un nuovo polo
siderurgico, attraverso, magari, un'eventuale società mista pubblico
privato. Ci ricordiamo bene l'intervento di Rossi il 1 maggio dal
palco in piazza Verdi: lo Stato dovrà assumersi le proprie
responsabilità se il privato non garantirà il mantenimento dell'
area a caldo. Questa ipotesi è già affondata? Che dice a questo
proposito il nuovo Sindaco. E il sottosegretario all'ambiente che,
nel frattempo, ha già fatto un passo indietro rispetto alla
Concordia? Noi vogliamo ribadire che l'intervento pubblico è l'unica
soluzione possibile, che se si dovesse pensare ad una società mista
pubblico privato perché accollarsi la parte peggiore, la Bad
Company, e lasciare la Best Company al privato? Il partito che ci
governa intende perseguire questa strada? Che cosa si intende fare
perché i lavoratori restino legati ai contratti di solidarietà?
Quali strumenti l'amministrazione pensa di poter utilizzare per
sostenere i lavoratori che in questi anni di transizione dovranno
continuare a vivere? E non pensiamo solo ai lavoratori delle
fabbriche (tutte le fabbriche), ma anche ai commercianti, agli
artigiani, a tutti coloro che vivono dei consumi dei cittadini. Per
questo continuiamo a dire che ci vuole una seria politica
industriale, si deve pensare a produrre acciaio di qualità in modo
ecocompatibile, e se dobbiamo produrlo attraverso una società
pubblico privata, sia chiaro che il denaro pubblico non dovrà essere
a fondo perduto, ma dovrà costituire un investimento per il futuro.
Partito
della Rifondazione Comunista
Circolo
“V. Corallini” Piombino