Il
territorio di Piombino è diventato, soprattutto negli ultimi anni, una realtà
nel turismo. Molti turisti ed escursionisti non “usufruiscono” più di Piombino
soltanto come percorso obbligatorio per arrivare all’ isola D’Elba, ma restano
a Piombino magari qualche giorno per ammirare e godersi le bellezze del
paesaggio ed i tratti distintivi che la nostra città ci offre e che, purtroppo,
spesso non sono adeguatamente valorizzati e vissuti. Quello che colpisce in
particolar modo è la costa urbana di Piombino in quanto questa è caratterizzata
da una falesia intervallata da spiaggette e punti belvedere a granulometria
variabile, la maggior parte ghiaiose che purtroppo sono spesso colpite da
fenomeni di dissesto idrogeologico e da processi erosivi. Negli ultimi
quindici-venti anni le condizioni climatiche sono nettamente mutate, la pioggia
cade intensamente ed ininterrottamente, per diverse ore e la costa della città
di Piombino è fortemente soggetta a frane e quindi pericolosa anche per chi
abita soprattutto nei pressi del mare. Ampi spazi hanno il divieto di
balneazione indetto dalla Capitaneria di Porto in relazione alle situazioni di
potenziale pericolo, ma resta da fare ancora molto.
Bisogna cambiare rotta, valorizzare gli spazi pubblici, le spiagge libere, i
luoghi incontaminati come lo era un tempo viale Amendola, un bel viale che
portava alla spiaggia pubblica, lontano dal caos cittadino e mettere in
sicurezza questi posti, i nostri beni comuni. Invece l’ amministrazione
comunale ha fatto l’ opposto di quanto ci auspicavamo: non solo non ha adottato
misure di messa in sicurezza delle zone a rischio frane ed alluvioni, ma ha previsto
nel piano di valorizzazione della costa urbana, una serie di interventi, da
appaltare al privato, di cementificazione della costa ( resort ai macelli
etc..) dei quali solo uno si è realizzato, complesso di affittacamere, piscina,
bar-ristorante che deturpa uno dei luoghi più belli e suggestivi all’ interno
della città la cui zona verde avrebbe avuto solo
bisogno di una serie di manutenzioni sul verde stesso e sugli accessi al mare,
viale Amendola. Sappiamo che la messa in sicurezza dell’ intera costa urbana
comporterebbe dei grandi costi che sosterrebbero i soggetti pubblici interessati,
ma il piano urbanistico per gli interventi sulla sicurezza previsti dal PAI,
individua alcuni interventi necessari per incrementare e migliorare la
fruibilità della costa in sicurezza, almeno delle spiagge più frequentate, di
circa mq 8500 in più di quelli attuali. Sulla costa i manufatti dovrebbero
essere schermati dalla vegetazione o dalla conformazione del terreno e
costruiti in legno[S1]. Altro
posto a rischio frane, con le alluvioni che incalzano negli ultimi inverni, di
inestimabile bellezza ma alquanto trascurata è la spiaggia dietro il convento
dei frati francescani. Anche in questa zona dovrebbero essere effettuati degli
interventi per la messa in sicurezza e resa accessibile a tutti, in quanto
posto incantevole, con un tipo di fauna quasi in estinzione (esempio gli
insetti) e la flora variegata. Infine non manca all’ appello per la messa in
sicurezza contro il rischio frane la zona Tolla dove proprio nei giorni scorsi
il forte maltempo ha provocato degli smottamenti del terreno e l’ intervento
della protezione civile.
Ebbene noi ci opponiamo alla cementificazione della
costa e ad ulteriori costruzioni di piccoli o meno piccoli ecomostri (
ricordiamo la semideserta RTA a Salivoli). Si ricorda che nel Regolamento
Urbanistico, a due passi dalla suddetta RTA, è previsto un albergo al Vallone,
un albergo diffuso per le costruzioni sulla spiaggia di Salivoli, nonché un
albergo nella struttura dell’ex ITC. Il turismo non si stimola in questo modo,
bensì migliorando l’aspetto paesaggistico e la godibilità del posto, quindi
riteniamo che gli interventi di messa in sicurezza e di salvaguardia del
territorio debbano essere prioritari se c’è una volontà di rendere questa zona
adeguata e fruibile per un turismo, se possibile, di qualità.
[S1]Credo
però che le strutture di via Amendola abbiano rispettato le regole loro imposte
dall’Intervento Unico